«Giusto gestire l’entusiasmo, ma mai come questa volta il Napoli può davvero vincere lo scudetto». La firma in calce è di Ottavio Bianchi, intervistato da “il Mattino”, non uno qualunque. Non solo il tecnico del primo storico tricolore, ma anche colui che ha vissuto la Napoli calcistica a 360°: da calciatore (109 presenze tra il 1966 al 1971), da allenatore (in cinque campionati) e da dirigente del settore tecnico (negli anni ’90). Esprimendo pensieri mai banali e poco inclini al facile entusiasmo.
Sarri ha frenato decisamente sul discorso scudetto, lei che ne pensa? «Non conosco la persona e né le dinamiche interne dell’attuale Napoli. Il suo comportamento è legittimo, sa cosa fare. In questa fase della stagione, in generale, c’è chi deve galvanizzare i propri calciatori e c’è chi invece deve calmare l’eccessiva sicurezza, dipende dalle situazioni contingenti che io non conosco».
Tuttavia lei da allenatore del Napoli ha spesso interpretato il ruolo di pompiere, specie nell’anno del primo scudetto. «Ma io non l’ho fatto solo in ritiro ma ad ogni partita vinta. Poiché quel Napoli spesso vinceva e giocava bene, bisognava inventare ogni volta qualcosa per tenere a freno i facili entusiasmi. Occorreva rientrare nei ranghi, perché quel Napoli non era abituato a vincere come lo era la Juventus, per esempio. Lì si festeggia a scudetto vinto, da noi si rischiava di farlo ad ogni singolo successo. Avevo piena contezza del mio Napoli e per le larghe esperienze vissute anche da calciatore dovevo tirare il freno a mano».
Sarri ha dunque fatto bene a ridurre l’entusiasmo della tifoseria «Non tocca a me dirlo. Conosco l’amore dei tifosi partenopei per la propria squadra, sta al bagaglio tecnico di chi gestisce attualmente il Napoli capire se mettere un po’ di sale o di toglierlo. Un allenatore non è solo numeri e tattiche: deve gestire lo spogliatoio e l’ambiente a seconda delle caratteristiche, rapportarsi nel modo giusto alla stampa e alla città».
Insomma tenere i piedi per terra in una piazza come Napoli non è affatto sbagliato «Ho giocato in una squadra di grandi nomi ma non si è mai vinto nulla, un motivo ci sarà. Da allenatore ho cercato di eliminare certi errori comportamentali per provare a vincere, Sarri starà facendo lo stesso».
Si riferisce all’eccessiva euforia da gestire? «Sono cose che saprà valutare bene Sarri. Se ha detto certe cose, in questo senso non ha ragione ma di più. Nello scorso campionato il suo Napoli ha perso troppi punti proprio per eccesso di euforia. Perdere sei punti su sei con l’Atalanta significa rinunciare al titolo. Spero che gli azzurri abbiano sempre la stessa linea di condotta in futuro».
L’attuale tecnico del Napoli ha cercato anche di alleggerire i suoi uomini dalle eccessive aspettative? «Non so, io preferisco avere una squadra forte carica di responsabilità piuttosto che una scarsa senza pressioni».
Il Napoli è pronto per vincere lo scudetto? «Per me sì. È maturo e lo è anche l’ambiente. Sono diversi anni, sin dalle gestioni di Mazzarri e Benitez, che la squadra gravita nell’alta classifica. Da quella posizione il salto è più breve rispetto ad un exploit partendo dal basso. Se questo Napoli non si crogiola nella sua oggettiva bellezza ha grosse possibilità».
La concorrenza è aumentata «Fino a un certo punto. La Juventus resta la squadra da battere. Tuttavia ha cambiato qualche giocatore. Dopo Cardiff qualche scoria c’è stata, il club ha però sacrificato Bonucci e Alves in nome del collettivo. Però anche per la legge dei grandi numeri dovrà fermarsi prima o poi. La Roma ha compiuto una rivoluzione, cambiando allenatore e molti elementi, Di Francesco non ha la bacchetta magica per risolvere tutto e subito. Milan e Inter si stanno rinforzando ma anche in questo caso servirà tempo per assemblare gli uomini».
Il Napoli dunque è tra le favorite per Bianchi «Vedo una lotta a due con la Juventus. Il Napoli ha confermato Sarri e i calciatori, giocano a memoria, è al terzo anno con la stessa conduzione tecnica, ha in questo senso un enorme vantaggio, avendo una base di partenza notevole. Mai come quest’anno c’è la possibilità di vincere».
Anche perché riparte da un girone di ritorno 2016-17 entusiasmante «Quello scorso è stato un campionato quantomeno anomalo. Se le prime tre, più la stessa Atalanta, fanno incetta di record storici vuol dire che le squadre di mezzo non sono esistite. Bisogna ripartire da zero, ma il Napoli ha i mezzi per ripetersi».
La Redazione