Un anno di Juventus. Gonzalo Higuain diventò bianconero il 26 luglio 2016, tra polemiche roventi e grandi aspettative, applausi torinesi e rancori napoletani. «Oggi sono un giocatore più maturo, alla Juve ho trovato la voglia che cercavo». Trentadue gol, uno scudetto e una Coppa Italia dopo, il centravanti è pronto per affrontare una nuova stagione: la carica è addirittura maggiore, lo stato d’animo completamente diverso. «L’estate passata – racconta – è stata dura e stressante. Non è satto semplice lasciare Napoli, cambiare squadra non è come comprare un panino. Ho sofferto per la città che mi ha dato tanto, per la gente, perché lasciavo un grande gruppo e un grande staff. Oggi è un’altra cosa, sto meglio a livello mentale e fisico: ho trovato tifosi incredibili, ho vinto, ho raggiunto serenità ed equilibrio»
Higuain, il passaggio di Leonardo Bonucci al Milan ha fatto rumore esattamente come la sua scelta di lasciare Napoli per Torino: che pensa?
«Penso che ognuno debba fare ciò che lo rende felice, che ritiene possa farlo crescere. E’ stata una scelta sua e va rispettata, ognuno proprietario della sua vita»
C’è chi sostiene che senza Leo siate meno forti…
«Sicuramente abbiamo perso un calciatore importante, che ha aiutato la Juventus a vincere, però rimaniamo una squadra fortissima. Dipende da noi non far sentire l’assenza di Leonardo, abbiamo i calciatori per farlo».
Non c’è più nemmeno Dani Alves…
«Hanno costruito un film sulle mie parole, in realtà non sapevo andasse via. Mi è dispiaciuto anche perché c’era una grande amicizia, ma sono cose di calcio».
Dicono che il Barcellona tenti Dyabala: cosa consiglia al suo “fratellino”?
«E’ in un’età delicata che io ho vissuto. A 18 anni ero già al Real Madrid, sono andato via a 25 ma dopo sei-sette anni in un club così importante. A tutti piace giocare con grandi calciatori. Non gli do consigli né posso mettergli una pistola alla testa per convincerlo, deve fare quello che lo rende felice, ma qui è felice, gli vogliamo tutti bene e tutti vogliamo che resti».
Gli direbbe di rimanere per vincere la Champions?
«L’anno scorso eravamo convinti di vincerla, siamo arrivati in finale: quest’anno sarà più dura ma riproveremo. Non credo però che lui debba rimanere per vincere la Champions: deve rimanere per il settimo scudetto e la quarta Coppa Italia di fila, poi se arriva la Coppa tanto meglio. Qui ha continuità, conosce l’ambiente, società e tifosi gli vogliono bene, la Juve lo ha aiutato a crescere».
Bonucci a parte, il Milan ha investito moltissimo: una rivale in più per lo scudetto…
«Il mio pensiero è che i primi rivali siamo noi. Dobbiamo confermare ciò che la Juve fa da sei anni. Ogni volta si parla di altre squadre favorite ma alle fine vince la Juventus. Guai rilassarci, però: quest’anno sarà ancora più difficile».
Al Milan manca ancora un centravanti. Il migliore ce l’ha sempre la Juve?
«Ho un mio pensiero ma non dico nulla. I giudizi spettano a voi».
Il “suo” Napoli si ricandida per il titolo…
«Ha cambiato poco nulla e qualche colpo lo farà: sarà un avversario durissimo come sempre in questi anni, ma la nostra squadra ha le qualità per lottare su tutti i fronti».
Luiz Adriano sostiene che con Douglas Costa alle spalle lei potrà superare i 40 gol…
«Ci siamo allenati insieme un solo giorno, ovviamente lo conoscevo. Mi ha fatto una buona impressione, è tranquilo e felice come tutti i brasiliani. Speriamo di aiutarlo a inserirsi nella filosofia Juventus: può dare tutto ciò che ci aspettiamo, è veloce nel dribbling e mi piace perché crossa subito, senza perdere tempo».
Anche Bernardeschi aggiungerà qualità: la società ha effettuato investimenti importanti…
«Bernardeschi non avrà problemi perché conosce già il calcio italiano, come De Sciglio e Szczesny. E’ importante, perché la Serie A è il campionato più complicato. Douglas e Bentancur, che è giovane, li aiuteremo a inserirsi prima possible. Penso che avremo un gioco più veloce e verticale».
Si riparte dal 4-2-3-1…
«E’ il modulo della mia vita. Ci ha permesso di fare una grande stagione. I cinque scudetti precedenti, però, erano arrivati con un altro sistema di gioco: nel calcio non c’è una verità esatta».
A Cardiff non è bastato…
«L’approccio è stato positivo, in avvio eravamo superiori, invece nel secondo tempo ci siamo rilassati e ci hanno massacrati nel vero senso della parola. Ma il passato è passato: pensiamo a questa stagione che sarà dura e lunga, abbiamo grande motivazione e possiamo fare benissimo».
Traguardi personali?
«Vincere, fare più gol, migliorare. Ogni anno bisogna pensare sempre di superarsi, mai fermarsi».
Si riparte da Cardiff, ma la critica è stata impietosa…
«Sono d’accordo con Allegri: si è screditata un’annata straordinaria. Prima della finale eravamo la migliore squadra d’Europa, poi siamo diventati una squadra normale. Non si può cambiare opinione così. Noi non crediamo né una né altra: crediamo di essere una squadra forte che può arrivare in fondo a tutte le manifestazioni».
Le hanno dato più fastidio i fischi del San Paolo o sentir dire che non fa gol in Champions…
«A me dà fastidio quando un mio familiare o un mio amico ha un problema di salute. Molta gente non sa di calcio, eppure tutti danno giudizi, dai 5 ai 70 anni. Io non so di cucina e non ne parlo: ascolto chi sa di cucina…».
Ha mai temuto di non ritrovare Allegri in panchina?
«Mai, avevo la sensazione che continuasse».
C’è il rischio di non avere più fame dopo sei scudetti di fila?
«Io ne ho vinto uno soltanto: ho una fame da morire».
Chiellini assicura di avere più fame di Bonucci…
«Bonucci ha fame, noi abbiamo la stessa convinzione».
Contro il Milan, sarà Leo a marcarla: più bello far gol?
«A me segnare fa sempre piacere. A qualsiasi squadra».
A che punto è la causa con il presidente De Laurentiis?
«E’ tutto in mano agli avvocati, io mi occupo di calcio».
Allegri dice che in Champions bisogna fare più gol…
«Sono d’accordo…».
Fonte: CdS