Il tecnico del Pescara, Zdeněk Zeman, ha parlato in una lunga intervista, al Corriere della Sera. Questi i punti più salienti.
“I giocatori decidono tutto? No, dipende dai procuratori. Gestiscono interessi extracalcistici, vanno da chi paga di più. Una volta l’allenatore contava, oggi i giocatori parlano con il presidente. Bonucci al Milan? È successo qualcosa nello spogliatoio. Di gente che bacia la maglia ne vedo tanta, ma tranne Totti è tutto teatro. Francesco non ha scelto lui, lo hanno fatto smettere, è diverso. Altri hanno deciso che non doveva giocare più, purtroppo”.
Sul prossimo campionato di serie A, il boemo si esprime così: “Vedo Juve e Napoli davanti. La Roma ha cambiato troppo, però ho fiducia in Di Francesco, sempre che lo lascino fare. L’ambiente di Roma è stupendo. Lo ha detto pure Spalletti all’inizio, poi si è smentito. Manca la società, il presidente non c’è. Presidenti assenti? Avranno problemi tutti. La rosa dell’Inter l’anno scorso non era da 7° posto. All’Inter non si capisce chi decide, il magazziniere o chi?”.
Sul mercato importante del Milan: “Sembra quello dell’Inter dell’anno scorso, bisogna vedere se diventa squadra. Alcuni giocano con 11 stranieri, ma il gruppo deve capirsi, non è importante il singolo. Oggi invece si gioca sulle individualità, si prende il campione. I club dicono che se prendono uno da 100 milioni poi fanno più abbonamenti, il discorso è perdente. Poi ci si ritrova con sei difensori centrali e un solo terzino”
Zeman, poi, si sofferma sul suo tipo di preparazione atletica: “Dicono che faccio correre troppo, è assurdo. La partita dura 90 minuti, un giocatore ha la palla per appena 3. Negli gli altri 87 che fa? Me lo devono dire gli altri. Fino a cinque anni fa dicevano che ero vent’anni avanti a tutti, me ne restano ancora 15 prima che mi raggiungano”.
Critiche al “sistema” attuale: “Tutta la gestione. Il calcio non è più sport, ma un’industria dove si cerca di acchiappare più soldi e basta. Anche i tifosi se ne rendono conto”.
In chiusura d’intervista un messaggio a tutti gli allenatori di calcio: “Non voglio che nessuno mi copi. Gli allenatori iniziano in un modo, poi perdono tre partite e cambiano: siano coerenti. Se giochi con i più forti perdi: io lo accetto. Gli altri fanno catenaccio e perdono lo stesso. Meglio allora far come pare a me e difendere le mie idee”.
Se riporterò il Pescara in A? “Ci proviamo, in fondo si aspira sempre al massimo”.