Per una parte di opinione pubblica e di tifosi, il mercato fin qui fatto dal Napoli sembra insufficiente, poco importa se il gruppo degli 86 punti è stato interamente confermato. C’è chi ritiene che la forza di una squadra si misuri in base alla quantità di calciatori che riesce a tesserare. Una sorta di bulimia da calciomercato, di spasmodica attesa verso l’acquisto dell’ultima ora, dell’acquisto a tutti i costi. Poco importa chi sia, l’importante è vedere facce nuove con la maglia della squadra del cuore. Se poi si tratta di un nome esotico tanto meglio, salvo poi capire dopo poco tempo che il nome nuovo risulta totalmente inadeguato alla causa tecnica. Qualcuno, di recente, ha sottolineato questo malcostume dei tempi moderni definendo simpaticamente il campionato come un intervallo noioso tra una sessione di calciomercato ed un’altra. Personalmente, ritengo che il Napoli ha da risolvere due questioni tecniche che si trascina fino dalla passata stagione. La prima riguarda la situazione portieri, poiché al problema di individuare un vice Reina di sicuro affidamento, si è aggiunta la questione legata al numero uno spagnolo. Se, come sembra, Reina dovesse restare, affiancato da Karnezis, ossia un altro potenziale titolare, non potrei che giudicare positivamente la soluzione adottata. Va bene puntare su giovani talenti (Meret) ma lanciarli subito nella mischia sarebbe un azzardo troppo grosso per chi punta in alto. Relegarlo in panchina sarebbe controproducente per la crescita del giovane talento che rischierebbe dannose battute d’arresto. L’ideale sarebbe opzionare i profili giusti e lasciare che crescano maturando un anno di esperienza in più in serie A, in realtà meno pressanti della nostra. L’altra questione da risolvere è quella del centravanti di riserva ed anche questa, nell’ultimo periodo, ha assunto connotati diversi rispetto a dodici mesi fa. Non c’è più alcun dubbio che Mertens sia diventato stabilmente la punta centrale del tridente di Sarri e questa prima parte di ritiro lo sta confermando, così come Milik sembra tornato in piena forma e determinato a sfruttare ogni occasione che gli capiterà. In altri termini, Mertens e Milik sono due bocche di fuoco pronte a spaccare la porta avversaria agendo in posizione centrale, che sia da bomber d’area piuttosto che da falso nueve (anche se non sappiamo più Mertens quanto sia falso…) poco importa. Se questo è un bene per Sarri, che potrebbe persino percorrere strade alternative che prevedano l’utilizzo di entrambi, di contro lascerebbe scoperte le due fasce. L’acquisto di Ounas è dovuto proprio a quest’ultimo aspetto ma non è sufficiente poiché il tecnico di Figline è ancora alla ricerca di un tornante in grado di far rifiatare Callejón, non offrendo Giaccherini le garanzie del caso. Sembrava Berenguer il designato alla causa ma è andata come sappiamo e quindi rimane tutto da fare. Così come non è escluso un terzo centravanti, che si tratti di Pavoletti piuttosto che di un altro calciatore (…a proposito ma Quagliarella?…). L’operazione Mario Rui al posto di Strinic non sposta gli equilibri di una squadra che solo poche e mirate operazioni aveva da fare. Qualcuno potrebbe dire che tutto si può sempre migliorare e su questo siamo d’accordo. Tuttavia, se è vero che il mestiere del tifoso è quello di esigere e di sognare il grande botto, sarebbe buona norma restare con i piedi per terra calandosi nella realtà societaria della squadra del cuore, accettandone i limiti. In fondo, non sempre vince chi ha di più ed è questa la speranza a cui tutti ci aggrappiamo per la prossima stagione. Avanti Napoli, Avanti!
Riccardo Muni