La sfida è dimostrare che per vincere, non avendo la possibilità o forse soltanto la filosofia di investire 100 milioni per un giocatore di grido tra cartellino e ingaggio, si può anche puntare sulla continuità. Sul lavoro di un grandissimo allenatore come Sarri, maestro ormai riconosciuto nonché membro dell’Olimpo europeo, e su una squadra che va a memoria da due stagioni. Regalando spettacolo puro.
Sia chiaro: rispetto a Juve, Inter, Roma e Milan, padrone indiscusso del mercato, il club azzurro non ha dovuto né rifondare squadra o staff tecnico, e neanche sostituire o salutare pezzi pregiati. Bilanci sanissimi nella scrivania e soprattutto ottimi giocatori, giovani fenomeni dal futuro assicurato e un po’ di campioni blindati e chiusi a chiave in cassaforte. Proprio così: il primo passo, nell’ultimo anno e mezzo, è stato rinnovare i contratti dei big: da Hamsik a Koulibaly, passando per Callejon, Jorginho, Hysaj, Albiol, Insigne e Mertens. Restano Reina e Ghoulam, sì, ma i due casi saranno chiusi in fretta. «Per continuare a crescere bisogna confermare i migliori», disse Sarri. Detto, fatto. «Migliorare questa squadra è impossibile, se non comprando giocatori da cento milioni. E dunque, non potendo, serve continuità».
E poi guizzi: via Higuain, già, ma dentro il futuro di Zielinski, Rog e Diawara. E poi quest’anno Ounas, l’ultimo ragazzo terribile scovato da Giuntoli. Bravo davvero, il ds.
Fonte: CdS