Oggi, 11 luglio 2017, sono 35 anni. Trentacinque anni esatti da quella
indimenticabile notte in cui l’Italia di Enzo Bearzot stravinse il Mondiale Madrid, con il 31 finale contro la Germania Ovest, applaudita dal presidente della Repubblica, Sandro Pertini, in tribuna tra migliaia di bandiere tricolori. Da allora abbiamo riprovato la stessa gioia nel 2006 a Berlino, quando l’Italia di Marcello Lippi superò la Francia ai rigori, ma nessun altro c.t. azzurro si è più seduto su quella panchina del «Bernabeu» per guidare la nostra Nazionale. L’onore, e soprattutto l’onere, toccherà a Gian Piero Ventura, il prossimo 2 settembre, in quella che sembra un’altra finale, perché la sua giovane Italia non potrà accontentarsi del pareggio contro la Spagna,
se vorrà evitare la strettoia dei playoff per partecipare al Mondiale in Russia.
E allora, dagli azzurri di capitan Zoff a quelli di capitan Buffon, il pensiero corre a un simbolico e bene augurante gemellaggio, al di là di qualsiasi paragone tecnico.
Gazzetta dello Sport