Hamsik: “Sarri è il primo che crede allo scudetto. Ho visto pochi punti deboli. La 10 non si tocca e la 17…”

Hamsik crede allo scudetto e sottolinea che qui in Trentino credono tutti a cominciare da Sarri. Ci crede eccome Marek, mai come stavolta, ed elenca i tanti motivi della sua convizione. Il suo decimo anno di Napoli comincia con la voglia matta di centrare il grande sogno, anzi con la piena consapevolezza di potercela fare e la totale fiducia nella forza del Napoli. Messaggio fin troppo chiaro lanciato alla Juventus e alle altre rivali per il titolo.
Credete allo scudetto, ci saranno anche le milanesi rinforzate?
«Sì, ci crediamo. Tenendo presente la seconda parte dello scorso campionato ci crediamo, da gennaio a maggio il nostro è stato un cammino incredibile. Sappiamo che siamo una squadra forte e preparata da tutti i punti di vista: se ripetiamo quelle partite ce la possiamo fare. Però sappiamo anche che non sarà facile perché le milanesi si sono rinforzate tantissimo».
Per Allegri lo scudetto va a chi vince 7-8 partite sporche: è d’accordo?
«Il Napoli è bello al 97 per cento delle volte, questo è il nostro Dna. La Juve è diversa. Noi ci basiamo sul bel gioco, grande tattica, il nostro è un calcio offensivo. L’anno scorso abbiamo fatto il massimo conquistando 86 punti ma siamo arrivati terzi, una cosa che non si vede spesso».
Anche Sarri crede allo scudetto?
«Certo, è il primo che ci crede. Abbiamo dimostrato di potercela fare ma dobbiamo sbagliare pochissimo, questa sarà la differenza: l’anno scorso abbiamo perso qualche punto per strada: per vincere invece serve un campionato straordinario e bisogna evitare anche i minimi passi falsi».
Qual è il punto debole del Napoli e il maggior pregio?
«Punti deboli ne ho visti pochi ma si può sempre migliorare. Ad ottobre c’è stata una piccola crisi e credo che forse ci è costata il campionato. Quest’anno dobbiamo sbagliare il meno possibile».
Molti di voi hanno rinunciato a qualche giorno di vacanza in più: un altro segnale importante?
«Ci hanno chiesto questo favore e noi, da grandi professionisti, lo abbiamo accettato: è buono aver iniziato tutti insieme, questo ci darà una grande mano».
Questo è il Napoli più forte di quelli in cui ha giocato?
«Lo dissi già l’anno scorso. Sì, questo è il Napoli che mi diverte di più e che fa vedere un grande calcio».
Aver riconfermato i big, a partire da Insigne e Mertens, rappresenta per voi un punto in più di forza?
«La società è stata brava a mantenere tutti e questo ci dà ancora più forza, ci sentiamo ancora più uniti: la conferma che questa squadra vuole arrivare in alto».
Quanto è soddisfatto delle parole dei tifosi del Milan che, sul caso Donnarumma, hanno citato lei come segnale di attaccamento alla maglia?
«Sono orgoglioso di questo. Sono molto contento di quello che ho fatto a Napoli e della mia decisione di restare fedele. L’ho fatto con grande piacere, con il cuore: sono soddisfatto di me stesso e voglio continuare così. Ci sono traguardi e obiettivi bellissimi da centrare, il più bello sarebbe quello di cui parliamo da anni…».
Potendo scegliere preferirebbe giocare con la 10 o che venisse ritirata la sua maglia numero 17?
«La seconda ipotesi, la dieci non si tocca».
L’ultima amichevole è con il Chievo, una squadra di A: importante per l’avvicinamento al preliminare di Champions League a metà agosto?
«Affrontiamo amichevoli con difficoltà crescenti: sarà importante giocare contro una squadra di serie A, una gara ci darà un segnale per capire come siamo arrivati alla fine del ritiro».
La sua impressione su Ounas?
«Un ragazzo giovane con bella rapidità e una grande tecnica. Le sensazioni sono buone, ma ci vorrà tempo per l’adattamento al calcio italiano».
Per i centrocampisti cosa cambia con Mertens o Milik centravanti?
«Arek è una prima punta più vera. Dries l’abbiamo scoperto l’anno scorso e ha fatto un grande campionato: con lui si sta bene perché gioca bene la palla, ma lo stesso vale per Milik. Sarà dura la scelta per il mister…».
Si parte da meno cinque dalla Juve, cosa pensi su Reina?
«Non partiamo da meno cinque: a inizio stagione si azzera tutto e partiamo alla pari. Reina è un giocatore straordinario, il numero uno dello spogliatoio: sarebbe importante confermarlo».
Al campo di Carciato c’è lo striscione: Noi ci crediamo: quali sono le vostre sensazioni?
«Sappiamo che la gente ci crede, siamo contenti che i tifosi ci seguono e che ci credono».
Tra i centrocampisti chi può essere il suo erede?
«Abbiamo giocatori straordinari, li farei giocare tutti perché sono cresciuti tantissimo, da Rog a Diawara. Ma quello che mi piace più di tutti è Zielinski. Gli auguro di raccogliere un giorno la mia eredità».
Avete la sensazione di essere una macchina perfetta?
«So che siamo una squadra preparata da tutti i punti di vista: il mister prepara le partite alla grande. Sembra che siamo una macchina perfetta ma in realtà non è così. Però ci divertiamo mentre giochiamo e in campo si vedono i frutti. Con la riconferma di tutti e del mister possiamo soltanto migliorare perché ci conosciamo molto bene e questo rappresenta un vantaggio».
Quanto è importante la serenità del gruppo?
«Siamo veramente un gran bel gruppo anche nello spogliatoio, e questo è molto importante per tutto».
Dichiarò di aver lasciato uno spazio libero sulla schiena: hai già prenotato il tatuatore per fine maggio?
«No, non l’ho prenotato: ma lo farei il giorno dopo».

Fonte: Il Mattino

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