Il preliminare a metà agosto e la necessità di entrare subito in forma. Eugenio Albarella, preparatore atletico napoletano, intervistato da “il Mattino”, che ha lavorato insieme a Zaccheroni nella Juve, con la nazionale giapponese e con la formazione cinese Bj Guan, dopo esperienze con Salernitana e Napoli, spiega tutti i segreti di una preparazione atletica mirata ad una partenza subito sprint. «A livello metodologico non cambia quasi niente, ancora di più quest’anno che il campionato comincia solo cinque giorni dopo l’andata del preliminare di Champions. Sei settimane sono sufficienti per preparare al meglio il primo appuntamento della stagione».
Ripartire con lo stesso gruppo di lavoro può essere un vantaggio? «Sicuramente lo è. Ripartire con la gran parte dei calciatori della stagione precedente agevola il lavoro: questo perché chi deve gestire la squadra ha già dei valori, dei parametri su quali lavorare a differenza di una formazione costruita ex novo che necessita dei tempi in più di adattamento alla metodologia di preparazione. Un altro punto a favore del Napoli è avere un sistema di gioco già ben definito».
Cosa può cambiare nella preparazione per portare subito la squadra in forma? «Sono tre i dati che possono pilotare lo stato di condizione: i volumi, le intensità e le densità di lavoro. Per volume s’intende la quantità, per intensità la percentuale di massima espressione del gesto tecnico e per densità il rapporto tra il tempo di lavoro e quello di recupero».
Il Napoli come affronterà queste settimane di lavoro? «I primi due giorni di raduno a Castel Volturno rappresentano un check up sanitario e tecnico. Dal 5 fino alla prima amichevole del 12, sarà la settimana in cui gli azzurri avranno la possibilità di mettere più volume nei carichi di lavoro. Poi dovrà migliorare in intensità e penso che Sarri faccia fare qualche doppia seduta in meno nella fase in cui ci saranno amichevoli ogni quattro giorni e bisognerà migliorare l’aspetto organico nelle partite ripassando i dettami tattici».
Quale è l’obiettivo delle prime tre settimane di lavoro in Trentino? «La prima settimana e di ricondizionamento generale, poi si aumenta l’intensità e si affrontano le amichevoli con graduali difficoltà in modo da avvicinarsi al blocco tecnico delle ultime tre settimane che portano al preliminare di Champions, quelle che saranno delle vere e proprie verifiche. I titolari dovranno avere 450-500 minuti nelle gambe, tenendo presente tutte le amichevoli, prima della sfida del 15 o 16 agosto. A fine ritiro saranno concessi un paio di giorni di riposo, in modo poi da poter affrontare amichevoli ogni quattro giorni per potersi abituare al ritmo tra preliminare di Champions e campionato».
Quale è il rischio maggiore? «Non è rappresentato dall’aspetto fisico ma psicologico: società, staff e squadra dovranno essere pronti a gestire al meglio la pressione della prima partita ufficiale che sarà già da dentro o fuori e nella quale non potrai sbagliare. Ecco perché ad esempio affrontare Nizza o Hoffenheim, due squadre comunque forti tecnicamente, potrebbe essere meno insidioso rispetto a Sporting Lisbona o Cska Mosca che sono più abituate a questo tipo di partite».
La Redazione