G. Galli consiglia per gli acquisti e dice: “Pepe va confermato da De Laurentiis”

Si susseguono i nomi (e le voci) per il futuro della porta del Napoli. Giovanni Galli dal 1990 al 1993, l’ha difesa quella porta. Una vita “tra i pali” ed un bagaglio d’esperienza che val la pena riaprire per osservare il presente, per capire cos’è che accadrà nei prossimi giorni, per valutare pro e contro di determinate scelte, per andare oltre e tuffarsi già al futuro, in attesa del suo arrivo. (CdS)

Da giorni, a Napoli, non si parla che di Reina. «Ma io non ho seguito molto la vicenda, posso solo dire che Reina è una persona squisita e che Sarri me ne ha sempre parlato più che bene. È un uomo spogliatoio, oltre che un portiere. Lo scorso anno ha commesso qualche errore, certo, ma ha anche fatto parate straordinarie. Alti e bassi, pregi e difetti: capita a tutti i portieri. Di sicuro è uno di quelli che a fine anno va sempre oltre la sufficienza».

Alle sue spalle (o al suo fianco) si rincorrono infiniti nomi. «Reina va confermato, ma è un discorso ben più complesso. Tutto dipende dalla volontà della società e dalle proprie scelte».

In che senso? «Nel senso che se arrivasse Neuer lo spagnolo potrebbe anche essere sostituito, viceversa sarebbe saggio confermarlo. Quello del portiere è un ruolo troppo delicato in cui non serve coraggio ma solo consapevolezza delle proprie scelte. Esempio: i giovani non giocano quasi mai ma quando hanno opportunità e fanno bene diventano subito fenomeni e chi li ha lanciati nella mischia viene elogiato oltremodo».
A proposito di giovani, tra i nomi caldi c’è il ’97 Meret. È un profilo interessante? «Lo è, senza dubbio. Tutti ne parlano bene, come di un predestinato. Al primo impatto col calcio professionistico (in Serie B con la neopromossa Spal) è stato protagonista in positivo. È uno di quei 2-3 portieri, al pari di Donnarumma, che ha sulle spalle il peso dell’eredità di Buffon».

Ed è il nome giusto per il Napoli? «Lo è se si capisce che un giovane ha bisogno di giocare e, soprattutto,
di essere sostenuto. Deve essere libero di commettere errori, esattamente come i più esperti del suo ruolo».

L’idea – eventualmente – sarebbe quella di farlo partire alle spalle di Reina per poi diventare titolare in futuro. «Ma star fermo dopo una super stagione come la sua sarebbe controproducente, verrebbe d’un tratto stoppata la sua crescita. Un conto è vivere di fianco ad un campione che t’insegna la professionalità e tanti altri aspetti del ruolo, un altro è giocare, crescere, imparare. Un portiere deve poter sbagliare per imparare dai suoi stessi errori. Se resti in panchina hai la percezione del ruolo ma non avrai mai la percezione della soluzione».

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