Cina, stop alle spese folli, con una tassazione del 100%

Le contraddizioni di un paese che è capitalista e comunista allo stesso tempo si rispecchiano nel calcio, il settore sociale ed economico che il presidente Xi Jinping ha individuato per trainare la Cina verso una nuova era. Da un lato gli investimenti a pioggia per acquistare le stelle estere, spinti anche dal governo, dall’altro le misure restrittive per calmierare i costi, suggerite dallo stesso governo. Una schizofrenia che non deve trarre in inganno. La Cina è un gigante della globalizzazione ma resta ancorato a valori e principi millenari. Così, alle porte del mercato che per la Chinese Super League al giro di boa equivale alla nostra finestra di riparazione, la Federcalcio cinese ha annunciato l’applicazione di una tassa del 100% sui trasferimenti: per gli acquisti di calciatori stranieri superiori a 45 yuan (6 milioni di euro) i club dovranno versare la stessa somma ad un fondo federale per lo sviluppo del calcio giovanile; lo stesso varrà per l’acquisto di atleti cinesi superiori a 20 milioni di yuan (2,7 milioni di euro). In sostanza i costi raddoppiano. L’obiettivo è di dare un freno allo shopping compulsivo delle squadre del Dragone in giro per il mondo, anche se la super-tassazione riguarda soltanto gli investimenti e non gli stipendi, che rappresentano una voce altrettanto elevata.

Gazzetta dello Sport

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