La maglia numero 10, Lorenzo Insigne. «E’ un sogno ed è normale che sia così». E’ il bello del calcio, della sua vita ch’è cambiata, imperiosamente: perché ormai l’uomo del giorno, in ogni momento, si chiama Lorenzo Insigne, ch’è uscito da quel guscio di diffidenza, s’è caricato il Napoli sulle spalle e se lo porta a spasso. «So assumermi le mie responsabilità, non ne avverto il peso e posso dire che penso di essere un leader». E’ stato tutto bello, in questa stagione alle spalle, poi è arrivata la Nazionale, ci è «scappato» l’ennesimo capolavoro e si è scatenato il dibattito: ma ad un talento di questo genere va negato il piacere di poter giocare con la maglia che esprime in sé il concetto di football e di autorevolezza? Lorenzo Insigne è in vacanza in Sardegna, si sta concedendo un po’ di riposo rivedendo se stesso nelle venti reti di una stagione che può diventare indimenticabile a Ferragosto, quando si entrerà in campo per la Champions League: ma intanto, dinnanzi ai microfono ed alle telecamere di Sky, può rivelare tutto ciò che avverte dentro, perché lui non s’era mai sbilanciato su un tema tanto spinoso, dunque rischio. «E’ chiaro che mi piacerebbe molto, credo che indossare la maglia numero 10 sia un traguardo per chiunque giochi in attacco. E se un giorno dovesse toccare a me, ne sarei orgoglio e felice».
Il dieci, il calcio nella sua assenza, la maglia ch’è stata di Diego Armando Maradona, il più Grande di tutti i tempi, e che venne ritirata dal Napoli nel 2000 è per Lorenzo Insigne non un peso ma una speranza. «Le responsabilità non mi spaventano e nel Napoli ormai mi sento un leader. Se mi dovesse succedere, potrei soltanto essere fiero. Però intanto mi tengo stretto il mio numero 24 e guardo avanti». Guarda alla Champions League, che rappresenta il tormento ma anche l’estasi di questi giorni e di quelli che verranno; guarda al campionato, che ritroverà il Napoli del passato nella sua Grande Bellezza: «Siamo una squadra forte ed io spero di vincere qualcosa di importante con questo club. La società ha dato un segnale importante con i rinnovi dei calciatori, mio compreso, e adesso spero si sistemi tutto anche per Pepe Reina. Ma sono convinto che alla fine del mercato Sarri avrà a disposizione un organico all’altezza della situazione e competitivo». Con la maglia numero 10 appesa alla parete dei sogni…..
Fonte: CdS