Di mezzo ci sono due fattori: stanchezza e non perfette condizioni di qualcuno. Di Biagio avrebbe volentieri fatto a meno di cambiare l’undici che aveva iniziato la gara con la Danimarca, ma Gagliardini non ha recuperato e Benassi è sulla stessa lunghezza d’onda. «Ho ancora 24 ore – dice il ct azzurro – e possono essere decisive per ritrovare un po’ di brillantezza. Ma ora cerchiamo velocità, qualche cambio ci può stare».
Ne farà uno, rispolverando Cataldi, il regista che ha guidato questa Under lungo tutto il cammino di qualificazione: era sparito, inghiottito da un prestito al Genoa attraverso il quale cercava maggiore spazio che alla Lazio e invece si è tramutato in un mezzo fallimento. «La Repubblica Ceca è simile alla Danimarca – spiega ancora Di Biagio – ma noi dobbiamo preoccuparci di noi stessi e non abbiamo scelta: dobbiamo vincere».
SPRINT. Nel frattempo, sempre a metà campo, c’è Grassi che insidia il capitano Benassi, ma l’ex Napoli è uno di quelli più in forma e, così come Chiesa, può essere utile a gara in corso per cambiare marcia, così come già accaduto nel debutto a Cracovia. Caldara ieri non si è allenato ma solo per precauzione: è dato per recuperabile. Ieri mattina, invece, non si è allenato nessuno: «La visita ad Auschwitz – commenta Di Biagio – la reputo più importante di un allenamento, perché i ragazzi hanno visto con i loro occhi ciò che hanno studiato sui libri». Da un paio di giorni, poi, gira una storia particolare: le squadre avversarie stanno pensando di andare sempre in pressing su Donnarumma pensando di approfittare della situazione non semplice che gli si è creata intorno dopo la rottura con il Milan. La voce arriva a Di Biagio: «Se lo fanno sbagliano perché trovano uno bravo con i piedi. Gigio è sereno e trasmette tanta tranquillità a tutti. Pensate che è lui a scherzare sulla sua situazione non noi».
FASCIA. Se Benassi non dovesse giocare la fascia di capitano finirebbe sul braccio di Rugani. Il centrale della Juve ieri nello stadio di Tychy era seduto vicino a Di Biagio per dire la sua sulla Repubblica Ceca e sull’Europeo: «Gli incontri ravvicinati sono la difficoltà del torneo – ha commentato Rugani – ma abbiamo dato un bel segnale nella prima gara. E anche chi è rimasto fuori o è entrato a gara in corsa dà ottimi segnali. Ci diamo tranquillità l’un l’altro, il gruppo è unito. Io ho voluto tanto essere qui in Polonia per raggiungere il nostro obiettivo». Cioè arrivare in fondo.Corriere dello Sport