15 anni fa un uragano di nome Byron Moreno investì l’Italia ai Mondiali

Quindici anni fa esatti. Più o meno nella stessa ora in cui questo articolo viene pubblicato, considerando il fuso orario sudcoreano. Era un pieno pomeriggio di giugno, esattamente come questo, quando si consumò uno dei più grossi scandali sportivi di tutti tempi: Corea del Sud-Italia 2-1 dts. O più semplicemente, la partita di Byron Moreno.

 Lo “ricelebriamo” oggi, a 15 anni esatti di distanza, in tutta la sua sciagura. La sciagura di una partita dove l’Italia dopo 6 minuti capì quale sarebbe stato più o meno l’andazzo, con un rigore contro concesso su cui Buffon disse di no. Poi il gol di Vieri ma la beffa di un pareggio nei minuti finali. Da lì in poi, dopo una partita dai gialli quantomeno fantasiosi, il capolavoro di Moreno nei supplementari: con un gol regolarissimo annullato a Damiamo Tommasi e l’espulsione di Francesco Totti per simulazione. L’Italia subì poi il 2-1 di Ahn al 117’ che fu la beffa finale di una partita – e una nazionale – che il match successivo con la Spagna e i più recenti scandali FIFA legati a Blatter, alimentarono i dubbi anche dei più garantisti riguardo allo straordinario cammino degli eroi di casa…

Dubbi che probabilmente caddero definitivamente qualche anno dopo, quando Byron Moreno si rese protagonista di episodi, come dire, “fantasiosi”, anche in patria. Moreno infatti venne radiato a causa di un arbitraggio “anomalo” nella partita di campionato tra Liga di Quito e Barcelona Sporting Club, in cui si superò concedendo un rigore inesistente ai padroni di casa e 6 minuti di recupero; minuti che diventarono 13, giusto il tempo necessario per permettere al Liga di Quito di ribaltare definitivamente il risultato, squadra della città in cui Bayron Moreno era casualmente candidato al consiglio comunale (e dove poi non fu eletto).

Finita lì la carriera, il meglio di Moreno deve ancora arrivare, con vicissitudini nella vita privata che lo portarono secondo le cronache ad accumulare parecchi debiti. Probabilmente da lì la scelta geniale, nel 2010, di imbarcarsi verso il JFK di New York con addosso 6 chili di eroina dal valore di mezzo milione di dollari. Droga impacchettata intorno allo stomaco e le gambe e che fu prontamente rivelata allo scalo americano.

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