E’ arrivata poche ore fa la notizia che ha scosso il calcio italiano, soprattutto la tifoseria milanista, Gigio Donnarumma non ha rinnovato il contratto con il Milan e a soli 18 anni (classe ’99) è pronto ad abbandonare la squadra che ha creduto in lui dal primo momento e che gli ha permesso di esordire in Serie A alla giovanissima età di 16 anni. Ha baciato la maglia in varie occasioni giurando amore per quella maglia, lui che è sempre stato di fede rossonera , lascia una delle squadre più importanti per storia e vittorie nel panorama nazionale ed internazionale.
Tutt’altra storia quella che lega il nostro capitano alla maglia azzurra, anzi Capitano con la C maiuscola , Marek Hamsik.
Anche lui come il calciatore prima citato aveva come procuratore Mino Raiola, ma nonostante il pressing di squadre internazionali come il Chelsea, il ManchesterCity e lo stesso Milan, lui ha saputo dire di no , ha preferito restare nella storia azzurra come bandiera piuttosto che diventare uno dei tanti in una big europea; proprio come Totti che è stato la bandiera della Roma fino a quest’anno, anche lo slovacco è ormai diventato la bandiera per eccellenza degli azzurri, quando parli di Napoli il primo calciatore che salta in mente è sicuramente lui.
Quando i rapporti fra Marek e Raiola si ruppero (2012) il procuratore parlò così: “Non sono andato avanti nel lavoro con lui perché le nostre filosofie erano diverse. Io ero cattolico, lui protestante, non potevamo stare nella stessa chiesa”. Mentre il suo ex assistito rispose affermando il suo amore verso Napoli e i napoletani :” Mino ha il suo pensiero ed io ho il mio, ma resto orgoglioso di quello che ho fatto. Ormai sono tanti anni qui, spero di continuare così anche se non si sa mai. Ho sempre detto che finché sarò contento resterò qua”.
Capitano sei e resterai nella nostra storia, come uno dei leader di questa fantastica squadra, noi tutti non aspettiamo altro che vederti gioire per un trionfo che manca da anni e che gratificherebbe, anche se in parte , la tua carriera qui a Napoli, perché vincere qui sarebbe molto più emozionante rispetto alla fama alle vittorie che le altre squadre ti avrebbero garantito.
-A cura di Dario Santoro