Gennaro Iezzo ai microfoni del CdS. L’ex estremo difensore partenopeo ci racconta cosa significa essere il portiere azzurro, ruolo che ha ricoperto per sei stagioni, dal 2005 al 2011: il San Paolo gli ha regalato sensazioni uniche. «Mi auguro che Reina resti, anche un solo anno» «Sul mercato non vedo uomini del suo spessore, del suo carisma Meret rientra tra i predestinati, mi sembra il più bravo in assoluto»
Iezzo, lei ci è passato. «Ed ho scoperto che la porta del san Paolo è più larga…O almeno dà questa impressione. Bisogna avere una personalità fuori dalla norma per dominare la tensione in quello stadio e con quella maglia».
Sta quasi disegnando un identikit. «Da ex portiere, che ha avuto l’onore ed il piacere di giocare per la squadra dei propri sogni, mi auguro resti Reina: anche un solo anno, andrebbe bene egualmente. Ma io sul mercato non vedo uomini del suo spessore, del suo carisma. E queste sono doti che non arrivano con l’età: bisogna averle dentro».
Sa come certe storie, però: le chiameremo esigenze divergenti. «Penso che anche a Reina possa far piacere vivere questa esperienza in azzurro, andarsi a giocare l’accesso alla Champions, magari conquistare la qualificazione e poi provare quelle sensazioni».
Ci sono diversi scenari. «Chiaro che sì, ma io opto per Pepe, che è straordinario, secondo me di un’altra categoria e non solo dal punto di vista tecnico. E poi provvederei mettergli al fianco un collega che ha qualche annetto, che sta al suo posto e, nel caso serva, lo avvicendi».
I giovani proprio no? «Tutt’altro. Meret mi sembra il più bravo in assoluto, ha talento ed anche – mi dicono – quel carattere che torna comodo in ambienti in cui le pressioni sono rilevanti. Ma lo acquisterei, lo lascerai un anno a maturare – facendolo però giocare – in serie A, lo osserverei, lo studierei e poi lo lancerei nel Napoli».
Nessun’altra strategia? «Non ha senso portare adesso Meret e farlo entrare in competizione con Reina; e mi sembra un po’ audace lanciarlo nella mischia, con un’eredità del genere. Anche se va sottolineato un aspetto: Meret rientra tra i predestinati, lo dicevano già quando ancora non aveva cominciato a farsi notare. E l’Udinese sa come si costruiscono i fenomeni in casa».
Reina in scadenza è un rischio? «No, perché stiamo parlando di un calciatore che ha un equilibrio assoluto e che non avrebbe alcun condizionamento da questa vicenda, né dalla situazione contrattuale. Quando cominciano le partite, i giocatori non pensano a quello che succederà alla fine della successiva stagione, cercano solo di vincere, di dimostrare quanto valgono. Sarebbe, per lui, la stessa cosa. E io uno che possa prendere il posto di Reina non lo scorgo».
La Redazione