Con la vicenda del mancato rinnovo di Donnarumma con il Milan, tutti noi romantici del calcio, milanisti o no, siamo rimasti un pò delusi. Un ragazzino di 18 anni, tifoso del Milan sin da piccolo, che gioca da titolare nella sua squadra del cuore, a cui viene offerto un rinnovo di 4 milioni per 4 anni, perché avrebbe dovuto rifiutare? La risposta è solo e soltanto una, il suo procuratore, Mino Raiola, re indiscusso della categoria, che ormai da anni manda e rimanda i suoi giocatori in giro per l’Europa in nome dei soldi, che i suoi assistiti ( e lui ndr) guadagnano in questa o quella determinata squadra. Ma in tutto questo, dov’è finita la passione per il pallone? La gioia di giocare per il piacere di farlo e per di più, nella tua squadra dei sogni? Gigio purtroppo, è solo uno degli ultimi a piegarsi a queste vicende. Il dominio di Raiola è iniziato con l’era Ibrahimovic, lo svedese, gestito dal procuratore originario di Nocera, ha cambiato ben 8 squadre, spostando un enorme quantita di denaro che ha fatto, certamente i suoi interessi, ma anche quelli del suo procuratore. Poi è arrivato il turno di Pogba, strappato allo United a parametro zero e portato alla Juve, per poi, l’estate scorsa essere rivenduto ai “Red Devils” per 105 milioni di euro, di cui ben 27 sono andati propria a Mino Raiola. Ma in tutto questo marasma di vendite e rivendite, commissioni ed aumenti, finora solo un calciatore è stato in grado di dire NO a Raiola e questo, fortunatamente, è il capitano azzurro Marek Hamsik. Marek ha sempre dimostrato il suo attaccamento alla maglia e alla città azzurra, facendo valutazioni che vanno oltre i soldi e perfino alle vittorie. In tanti hanno cercato di strappare lo slovacco al Napoli, dall’Inter al Milan ( era lui il famoso mister X) passando per la Juve, ma Marek ha sempre scelto l’azzurro, scontrandosi più volte con Raiola, che all’epoca (2010/2011) collaborava con lo storico agente di Hamsik (Venglos ndr). Raiola, arrivò a definire Napoli una gabbia dorata per Marek, che lo smentì prontamente ribadendo: “Napoli non è una prigione, sto vivendo benissimo e mi trovo bene. Non ci penso proprio ad andare via”. Da quel momento Raiola abbondonò definitivamente i propositi sul capitano azzurro, capendo che Marek non era come tutti gli altri, ma non per questo negli anni sono mancate le frecciate del procuratore da Nocera allo slovacco, per criticarne apertamente la scelta di legarsi indissolubilmente ai colori azzurri. Probabilmente è vero, Marek, restando a Napoli, ha rinunciato a qualche milione in più e anche a qualche vittoria, ma ha guadagnato qualcosa che non si compra, un posto nel cuore dei napoletani e di Napoli, leggenda ormai dei colori azzurri, ad un passo dal record di gol di Maradona e, se Marekiaro, con i suoi compagni, un giorno dovesse riuscire nel “miracolo”, quella gioia lo ripagherà di tutti i milioni e le vittorie mancate, innalzando il suo nome a “leggenda azzurra” più di quanto non lo sia già ora.
A cura di Luigi Moccia