«Buffon c.t.? Gigi ha una carriera strepitosa e il futuro dalla sua. Intanto, diamogli il Pallone d’oro». Gianfranco Zola si gode i ragazzini di Cagliari e Corrasi Junior. Categoria Giovanissimi, in campo per il Memorial Ignazio Zola, padre di Gianfranco, scomparso nel 2006. Una nidiata che quando l’ex capitano del Cagliari ha smesso non era ancora nata. Eppure, la fila per selfie e autografi è infinita. «Forse ho lasciato qualche ricordo ai genitori».
Nel 2018 ci saranno anche i baby di Chelsea, Parma, Napoli, Torres e Nuorese: i club dove Magic box ha giocato. «Il calcio giovanile è divertimento e comportamenti. Mi piacerebbe ampliare il discorso».
Si torna agli azzurri: «Ventura è ideale per impostare un ciclo proficuo. Nella continuità al modulo e alle idee di Conte ha mostrato saggezza. L’ho avuto a Cagliari, dà un’impronta alle sue squadre».
E si ritrova con una bella generazione. «Sì. Pellegrini, Conti, Gagliardini, Spinazzola. Poi Darmian e Gabbiadini, che hanno fatto bene a Manchester e Southampton, Bernardeschi e gli altri, più l’Under di Gigi Di Biagio, svelano una filiera matura. Gian Piero può fare bene fin dal Mondiale in Russia».
Diceva di Conte. Gran colpo la Premier al debutto col Chelsea. «Antonio è stato fenomenale e coraggioso. A partire dall’assetto: è passato dal 424 al 343. Scelta, conoscendo l’organico, che poteva rivelarsi difficile ed è stata vincente. Li ha ribaltati fisicamente: il Chelsea ha corso meglio e più di tutti. Poi si è inventato Azpilicueta centrale: geniale».
Palma del migliore tra i Blues? «Pedro straordinario, grandissimi Kanté e Hazard».
Intanto, è saltato Diego Costa con un messaggino. «Fortissimo, sa fare tutto, dai gol ad attaccare la linea difensiva. Ma è un po’ complicato da gestire. Non credo che sia stato tagliato con un sms».
Chi può rimpiazzarlo? «Non è facile. Belotti? Dovrà adattarsi alla fisicità inglese ma ha enormi qualità tecniche, il calcio europeo è la sua casa».
A proposito di Europa, cos’è mancato alla Juve a Cardiff? «Un’ora ai loro livelli di Higuain, Dybala e Khedira. Comunque applausi: hanno fatto un percorso straordinario».
Allegri ha rinnovato, ma ha avuto sirene inglesi. Sensazioni? «È pronto per una big internazionale ma ha tempo, ora la Juve è sua. Ha mostrato forte personalità coi singoli e il gruppo: con Mandzukic ha fatto un miracolo, un po’ com e M o u c o n Eto’o terzino».
Torniamo su Buffon. Si avvia ai titoli di coda. Qual è il consiglio? «Si goda l’attimo. Lo ricordo ragazzino al Parma. Non è facile mantenersi a quei livelli per tanti anni, è un mito stimato dai grandi del calcio. Ripeto, gli diano il Pallone d’oro. Lo merita il campione e l’uomo: ha detto cose forti quando pensava fosse giusto dirle».
Stesso tema, come ha visto l’addio di Totti? «Quando smette uno come Francesco è sempre triste. Vorresti che campioni simili giocassero a vita. Qualsiasi scelta non è mai facile, capisco i tifosi ma anche Spalletti».
Il ciclo cinese delle milanesi? «Inter e Milan sono pietre miliari del pallone mondiale. Dai successi con Moratti e Berlusconi è strano vederle in mani diverse. Ma il sistema ha costi elevati. I tifosi siano pazienti, saranno ricompensati».
Le piace Montella? «Molto, fa giocare da subito bene. E sa vincere. Perfetto per ripartire dall’Europa league».
Il Napoli ha il gioco migliore? «Certo e non solo in A: il Real Madrid per un tempo ha ballato. Sarri è stato bravo anche in difesa. Davanti ha una gioielleria, con uomini di qualità, abili nello stretto e nel cercare la porta: mi sarebbe piaciuto giocare in questo Napoli. Con poco puntano allo scudetto».
Ai tifosi Insigne ricorda lei. Che voto merita? «Dieci: può giocare nelle prime cinque big al mondo».
Il Cagliari, risalita e salvezza per distacco. Che idea si è fatto? «Il progetto di Giulini è una bella novità per il calcio italiano: stadio, Serie A, sinergia con l’Olbia, attenzione al territorio e ai giovani. Il presidente è stato bravo nel confermare Rastelli: obiettivi centrati con forza e un percorso ottimo. E può crescere ancora molto».
Rientra Cossu. Lei l’ha avuto, come la vede? «Andrea è intelligente, saprà mettersi a disposizione per chiudere in A, a 37 anni, con la maglia del suo cuore».
Gianfranco, cosa è successo a Birmingham? «Si trattava di un’opportunità importante in una piazza con grandi aspettative. Ma non ha funzionato quasi nulla e ci ho messo la faccia sino alla fine. Con Gigi (Casiraghi, il vice, ndr) le abbiamo provate tutte, dal modulo ai giocatori. Il lavoro tecnico e tattico era buono ma poco adatto al gruppo. Cinque mesi durissimi, ne sono uscito svuotato».
Adesso cosa l’attende? «Un anno di stop. Ho ricevuto tre, quattro proposte interessanti ma sto fermo. Devo recuperare tante cose che ho trascurato a lungo”.
Gazzetta dello Sport