Benvenuti ai campionati del mondo di calcio 2030: in Corea del Nord. No che non è uno scherzo: è la proposta, ufficiale, avanzata dal presidente della Corea del Sud, Moon Jae-in. Una follia? Una lucida follia: un sogno di pace in equilibrio precarissimo come tutti quelli in equilibrio su un pallone. “Credo che aiuterebbe a promuovere la pace un campionato del mondo di calcio organizzato dai paesi del Nord Est asiatico” ha detto Moon al capo della Fifa Gianni Infantino: “Corea del Sud e Corea del Nord comprese”. Possibile? “Voglio vedere se riesco a creare una simile opportunità per il 2030” ha proseguito.
La Fifa si avvia a celebrare la prossima coppa del mondo nella Russia di Vladimir Putin che l’Occidente, e non solo, ha coperto di sanzioni per la guerra in Ucraina. Dopodiché, il campionato assegnato per il 2022 al Qatar, e che già si preannunciava il più caldo (atmosfericamente) della storia si è trasformato nel più caldo (geopoliticamente) del mondo, ora che dall’Arabia Saudita in giù un bel plotoncino di stati mediorientali ha deciso di fare la guerra diplomatica al piccolo regno accusato di favorire il terrorismo dell’Is. E adesso, proviamo anche a metter tasto pausa sul 2026, dove malgrado la guerra, anche qui, dichiarata da Donald Trump al Nafta, cioè all’accordo commerciale che lega gli yankees al Canada e al Messico, gli Stati Uniti hanno comunque presentato la candidatura collettiva insieme ai due stati confinanti.
Infantino era in Corea del Sud per assistere alla finale del mondiale Under 20 tra Inghilterra e Venezuela (per la cronaca, finita 1 a 0 per gli inglesi) e lui stesso ha confessato che ne avrebbe parlato con Xi, che incontrerà nelle prossime ore.
Repubblica