Ubriachi di gioia. E presi nella morsa dei festeggiamenti. I giocatori giallorossi spendono gli ultimi giorni della loro meravigliosa stagione in città, concedendosi ai tifosi sempre più innamorati della propria squadra di calcio. Al terzo giorno dopo la conquista della serie A il sentimento più diffuso rimane l’incredulità. Lo ripete capitan Lucioni, uno che si è integrato alla perfezione nel tessuto sociale della città, che qui ha messo
su famiglia e che a due passi dall’Arco di Traiano ha persino aperto un ristorante. «Incontro la gente per strada e tutti mi fanno la stessa domanda: “è tutto vero?”. Certo che è vero, anche se quando siamo partiti per la nostra prima avventura di B probabilmente nessuno avrebbe creduto a questo epilogo. Poi, strada facendo, ci siamo resi conto che il traguardo era raggiungibile e ci siamo regalati un sogno che ora vogliamo vivere ad occhi aperti». Fabio Lucioni è uno dei pilastri su cui sarà costruita anche la squadra della serie A. Quanti telecronisti si sono lasciati scappare quella frase: «Ma che ci fa uno come Lucioni in serie B?». Il capitano indomito, uno stacanovista incredibile che ha infilato una dietro l’altra 46 partite tra stagione regolare e play off, saltando solo la sfida interna col Bari, entrando sempre dal primo minuto ed uscendone al 95’ senza mai esse re sostituito. IL FUTURO. Il presidente Vigorito ha stabilito delle priorità: prima di parlare di mercato bisognerà sciogliere il nodo dell’allenatore. Baroni ha un altro anno di contratto, ma prima di dare il via a quest’altra stagione vuole sedersi a tavolino e buttare giù un progetto. Ci sarà da affrontare il nodo dei prestiti, dei diritti di riscatto, della possibilità di ottenere ancora un tesseramento provvisorio per qualche gioiello che la società di appartenenza vuole riportare a casa. Mirino su George Puscas, esploso all’improvviso nel finale, quando sembrava non volersi fermare più. Cinque gol nelle ultime sette partite, due di campionato e tre nei play off . Il riscatto voluto e cercato nel nome di Marco Baroni. «Devo ringraziare il mister che ha sempre creduto in me e non mi ha mai abbandonato». Così come per Cragno, il portierino dell’Under 21 che tutti vogliono. Lui sogna la grande squadra, ma sottolinea che alla sua età la cosa più importante è giocare. Bisognerà lavorare bene sul mercato, il diesse Di Somma dovrà trasformare una rosa competitiva di B in una rosa di serie A. Una nuova impresa, una cosa di cui il Benevento è maestro. Corriere dello Sport