Benevento terra di streghe e magie, ma anche di superstizione e riti scaramantici. Qualche tempo fa, quando ancora si lottava contro la maledizione che confinava i giallorossi in Lega Pro, il presidente Vigorito fu scoperto a nascondere dietro una porta dello stadio un amuleto: qualcuno parlò di una strega in miniatura, ma il massimo dirigente ha sempre mantenuto il segreto. Non è vero, ma ci credo: è il motto di un’intera
tifoseria che intona cori inneggianti alla vittoria, ma senza mai pronunciare la vocale magica, coperta da un “la la la la” che lascia solo intuire di cosa si tratti. Il fatto è che troppe volte imbandierare la città e cominciare i festeggiamenti con grande anticipo non ha portato bene. Basta con quella sicurezza ostentata, con l’illusione che tutto sia già conquistato. Il tam tam è partito tempestivo: le bandiere vanno portate allo stadio, inutile metterle in mostra prima. E così Benevento si riscopre sobria come una città del Nord, silenziosa e tranquilla come se stasera nulla dovesse accadere. Una sola strada ha ceduto alla tentazione, quella via Cocchia che è un po’ il cuore del tifo più popolare. Ma nulla di trascendentale, sia chiaro. Qualche striscia giallorossa che passa di balcone in balcone e forma una tettoia colorata. E’ l’unica concessione della città all’entusiasmo che si vive dentro, che è pronto ad esplodere se accade quello che tutti auspicano. Sono sentimenti scossi quelli della tifoseria sannita, un misto tra voglia di esternare la propria gioia e quella paura di precedenti play off finiti male. Ogni volta queste finali post season fanno tornare alla mente dei beneventani il tristemente famoso Maracanazo, la sconfitta del Brasile ai mondiali del 50. I carioca li avevano organizzati a casa loro per vincer li, glieli soffiò in finale in maniera inattesa l’Uruguay. Il Benevento ha già vissuto tanti piccoli “Maracanazo” nella sua storia e il tifoso della strada ora fa volentieri a meno di ricordarli. Ma non può fare a meno di ammantarsi di superstizione.
euforia. Ci sarà il tutto esaurito al Vigorito e non sarebbe potuto essere diversamente. 14.464 biglietti già venduti, compreso quell’ultimo stock di 2.877 giunti dalla decisione della Commissione sui Pubblici spettacoli che ha ampliato la capienza dello stadio sannita. Si sono tutti dotati di grande pazienza, sorbendosi file di intere giornate. Punti vendita presi d’assalto, persino vecchietti con tanto di sedia per riposarsi nell’attesa. Nessuno avrebbe voluto rinunciare a questa partita, ma qualcuno il tagliando non è riuscito a comprarlo e dovrà accontentarsi di vederla in televisione. Non è la stessa cosa, soprattutto per chi da anni è abituato a frequentare i gradoni dello stadio. Poi c’è la dotazione di mille tagliandi per i tifosi del Carpi, decisamente sproporzionata rispetto alle presenze vere. La novità sta nella riapertura della curva Nord, quella che abitualmente rimane chiusa per metterne a disposizione la metà alle tifoserie ospiti. Questo consentirà di poter avere un colpo d’occhio invidiabile con quasi l’intero stadio pieno. Come si addice ad una finale per la promozione in serie A.Corriere dello Sport