All’indomani del primo fine settimana senza campionato e senza Napoli, a tenere banco è stata la finale di Champion League, finita come risaputo, con la larga vittoria del Real Madrid. Sebbene gli azzurri fossero già in vacanza, salvo coloro alle prese con le rispettive nazionali, il Napoli è, più in generale, la piazza partenopea, si è ritrovata, suo malgrado ed in maniera a dir poco esagerata, al centro dell’attenzione mediatica. La finale di Champions ha lasciato strascichi polemici oltre a profonde ferite nell’ambiente bianconero. Premesso che il sottoscritto non ritiene sia necessario fare il tifo per una squadra diversa da quella del cuore e che, altrettanto, sia umano e naturale gioire quando una squadra domina da oltre un lustro, non sempre con mezzi leciti, non posso che condannare il turbinio di accuse che l’ambiente juventino sta vomitando addosso al tifo napoletano. Al di là degli sfoghi di gente che, autoconvintasi di essere più forte dei galacticos, sprizza veleno da ogni parola per assorbire il colpo e metabolizzare la sconfitta, ciò che andrebbe punito con mano pesante è il razzismo che trasuda in quasi tutte le dichiarazioni di codesti sedicenti opinionisti e giornalisti. Il più accanito moralizzatore della Napoli del tifo è Paolo Bargiggia che, con atteggiamento provocatorio ed offensivo punta ancora una volta il dito d’accusa contro il tifo azzurro. Onestamente, Napoli ha soprasseduto più volte alle offese razziste di questo personaggio, ultima di una lunga serie all’indomani dell’atto vandalico subito da un suo collega, definendo la città partenopea normalmente avvezza alla violenza e alla malavita. Premesso che gli episodi di violenza vanno sempre condannati, la generalizzazione facilmente posta in essere da Bargiggia equivale a razzismo e come tale andrebbe punita. Affermare che chi ha gioito per la vittoria del Real Madrid merita di essere sottomesso (con più di un riferimento chiaro anche se sottinteso a Napoli, al di là dei patetici giochi di parole del barbuto parolaio) è una espressione che non dovrebbe cadere nel dimenticatoio. Inoltre, come mai Paolo Bargiggia non ha mai minimamente fatto cenno ai cori che inneggiano al Vesuvio cantati ripetutamente dai supporters bianconeri anche quando il Napoli è in tutte altre partite affaccendato? Una visione della moralità diametralmente opposta alla realtà che non è altro che uno squallido pretesto per dare sfogo al suo bieco razzismo di cui ha contagiato, evidentemente, anche suo figlio, calciatore recentemente squalificato per offese razziste ad un avversario. Non accettiamo lezioni di morale da un personaggio di tale basso profilo umano e condanniamo con forza le offese razziste che ci vengono rivolte. Se Bargiggia è il caso più serio, altre accuse deliranti dei tifosi della Juventus in preda al delirio post sconfitta, fanno tristezza ma meritano comunque due parole di commento. Più leggo questi commenti (…se tali si possono definire…) e più mi convinco che questi combattuti personaggi, oltre ad aver preso davvero male la sconfitta, hanno raggiunto livelli da asilo nido! Da chi vorrebbe concupire le mogli e fidanzate dei napoletani filo-madridisti a chi afferma che ‘…dal Vesuvio lavali col fuoco si è passati ad altro…’. Se ho ben capito, tutta questa indignazione viene fuori perché a Napoli hanno festeggiato la sconfitta della Juve? Quindi è più grave un eccesso tutto partenopeo che il bieco razzismo? Purtroppo la risposta è affermativa! Questo tamtam mediatico sta mandando un messaggio troppo pericoloso che andrebbe stoppato con forza. Tuttavia, più questi personaggi (…che spuntano fuori da ogni dove come funghi sebbene nessuno sappia chi siano…) continuano a comportarsi in questo modo e più fanno perdere la loro squadra una seconda volta. Inoltre, accertato che la Juve ha perso per motivi diversi dalle secce napoletane, piuttosto che interiste, romaniste o genoane, non sarebbe logico oltre che intelligente analizzare la partita cercando di capire i motivi della sconfitta? Ed invece, perdono tempo ad inveire contro chi ha gioito della loro sconfitta, accusandoli di lesa maestà. Per una volta, mi sia consentito dire che dovrebbero farsi da soli la domanda che tanto gli piace fare al Napoli: cosa manca per vincere? Infine, un pensiero a tutte le persone rimaste ferite nell’assurda serata torinese, sembrerebbe per una bravata da parte di alcuni sconsiderati individui. Napoli sa essere vicino a tutti coloro che durante una serata di calcio e di svago hanno conosciuto il significato della parola paura…ed il sottoscritto esprime massima solidarietà!
Riccardo Muni