Ma poi ci sarà qualcuno che chiuderà quella porta: e sarà il tempo, il campo, a dire, cosa accadrà in quei giorni in cui, spalancando gli occhi, Napoli e De Laurentiis penseranno d’arrivare al sogno. «Io spero di vincere quel titolo». Ci vorranno braccia solide e mani forti da allungare sul futuro, per farlo proprio, per aggrapparlo a sé, per restare inchiodati in quella dimensione favolistica attraversata pure quest’anno e svanita per un niente, un dettaglio o un errorino: e sarà Reina o un erede designato, ma si ripartirà da qui, da certezze che De Laurentiis scolpisce nel mercato, che sbattono l’uscio alle divagazioni, che magari nascondono strategie, ma che svelano un piano. «Reina ha un contratto in essere con noi – ed a volte gli accordi valgono e a volte no – e la scadenza è fissata per giugno 2018. Però è giusto che un club guardi oltre e semini: perché se c’è calciatore che si avvia ad una certa età, seppur integro e straordinariamente capace, gli va messo al fianco uno accanto, altrettanto straordinario, magari in grado di giocare per una decina di anni».