Il primo passo verso la storia. Vuole muoverlo deciso il Benevento che solo un anno fa, di questi tempi, brindava alla sua prima promozione in serie B. Va di corsa “la strega”, per recuperare quegli 87 anni vissuti nell’anonimato a dispensare delusioni e infrangere cuori grondanti di speranza. Un ostacolo ancora da scavalcare, forse il più difficile, quello meno pronosticabile. Quinta contro settima è la finale di chi non si
arrende mai, tra squadre capaci di capovolgere ogni previsione, di regalare sorprese e forti emozioni.
FINALE TRILLING. Lo sottolinea Marco Baroni, artefice di questa cavalcata impensabile dei giallorossi: «Veniamo da un finale di campionato pazzesco. Ricordate? Se non avessimo battuto il Frosinone, i play off non si sarebbero giocati. La verità è che proprio noi abbiamo dato ai ciociari la mazzata peggiore: se alla penultima avessero vinto da noi, sarebbero già in serie A». E così in finale arriva l’avversario che non t’aspetti, quello che ha conquistato i play off nelle ultime battute, che come il Benevento ha terminato in crescendo la stagione regolare. Un Carpi forse ferito dalla rocambolesca semifinale col Frosinone, che qualche segno l’ha lasciato in termini di giustizia sportiva. «Sono abituato a vedere in casa mia – dice il tecnico giallorosso – ma se devo parlare del Carpi non posso dimenticare che si tratta di una delle tre squadre che viene dalla serie A, una formazione molto fisica, che ha gamba».
ENERGIE LIMITATE. Sarà una battaglia di nervi, ma anche un confronto muscolare: chi avrà maggiori energie dovrebbe spuntarla: «Beh, abbiamo affrontato il Perugia che aveva saltato un turno ed era più riposato. Il Carpi viene dai preliminari come noi e dunque da questo punto di vista non ci dovrebbero essere vantaggi evidenti». L’eliminazione dalla corsa alla promozione del Frosinone ha posto il Benevento nelle condizioni di poter attendere l’avversario: la migliore classifica regala ai sanniti il vantaggio di giocare la seconda gara in casa e quello di poter contare su due risultati favorevoli. Baroni non vuole neanche sentir parlare di queste situazioni, lui i play off li ha giocati e li conosce alla perfezione: «Non dobbiamo neanche pensarci, perché non lo sappiamo e non lo possiamo fare. Siamo una squadra che non sa fare calcoli, sarà così anche questa volta». Crede però fermamente nei suoi ragazzi e lo dice senza tema di essere smentito: «Sono fiducioso, ma solo perché guardo i miei. Non certo perché valuto il Carpi».
FORMAZIONE. La squadra che scenderà in campo in questa prima finale seguirà il solco tracciato da quella che ha pareggiato al Curi. Baroni ha lasciato a casa Ciciretti, che ha ancora una caviglia in disordine: inutile rischiarlo. Ma conta di recuperare e gettare nella mischia Fabio Ceravolo, che ha avuto una settimana di tempo per rimettere in sesto il polpaccio infortunato. Col rientro del bomber (21 reti in stagione) l’attacco riprenderebbe antiche fisionomie con Falco a destra e Cissè a sinistra».Corriere dello Sport