Il sogno, l’amore per il calcio, il romanzo del bomber ed i cinesi: ne parla Sarri

Le sue “confessioni” al Cds

«Un uomo innamorato del calcio»

 

In modo totalitario? «Direi di sì. Ma anche esigente: perché quando mi è capitato di vincere qualche partita nella quale non m’ero divertito, ed è successo, sono uscito dal campo insoddisfatto». 

Quest’anno s’è divertito. «E, visti i segnali di crescita del Napoli, c’è da essere ottimisti sul futuro». 

Il sogno rientra nella sfera intimistica, ha detto. «Ma non li ho negati».

Chi vi sveglierà? «Quando ricomincia un campionato, si riparte da zero. E’ vero, vale ciò che abbiamo realizzato, i record ed anche la magìa d’un pubblico che ha sempre gradito, ma sappiamo anche che ad agosto le milanesi dovrebbero tornare». 

Sono arrivati i cinesi: lei chi preferirebbe, un domani, una proprietà del genere o De Laurentis?
«E chi volete che scelga se non Aurelio, con cui ci litigo, ci faccio pace, poi ci rilitigo e poi ci ridiamo su?».

Avete lasciato in giro sensazioni stordenti.«E’ forte pure in me il sospetto che questo Napoli sia cresciuto tantissimo. Ma se ripenso a certi dettagli, ad esempio che nell ultime due partite, un minuto dopo aver segnato il 3-0 siamo stati capaci di subire gol, allora trovo una debolezza su cui dovrò lavorare».

Ma è stato bello il Napoli... «Dietro a calciatori di caratura ormai alta, abbiamo una schiera di ventunenni con potenzialità enormi e margini di miglioramento indecifrabili: Zielinski ha le stimmate del fuoriclasse. Diawara può diventare altro, perché ha appena diciannove anni; Rog ha qualità assolute che ha cominciato a mostrare dopo essersi adattato al nostro calcio. E Milik è un libro ancora tutto da scrivere, credetemi». 

Il romanzo del bomber. «Milik è stato capace di arrivare ed impossessarsi subito del ruolo di erede di Higuain. L’infortunio l’ha fermato rovinosamente, ci ha spinto a cambiare, ci ha fatto scoprire le qualità di Dries e poi, nel tempo, ci ha spinto ad accelerare il rientro di Arkadiusz. Milik deve stare bene e noi abbiamo fatto poco per farlo stare benissimo, perché abbiamo pensato potesse guarire in tempo-record». 

In Italia vince chi subisce meno. «Ma accadrà presto che il successo apparterrà a chi segnerà di più. La tendenza sta cambiando, va crescendo l’espressione offensiva e gli equilibri sono in evoluzione. Magari non siamo ancora pronti verso questo nuova tendenza statistica, ma succederà». 

Tratto dal Cds

 

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