Se anche Maradona fosse sbarcato a Napoli, la formula sarebbe stata Ma.Gi.Ca. E invece, no: per lui ci vuole sul serio la bacchetta. A rendere splendente la “Partita del Sole” andata in scena ieri al San Paolo, però, ci hanno pensato comunque Careca e Giordano. Due su tre. Che poi in realtà sono quattro, contando anche Carnevale: quanti ricordi, quanti brividi. Alle stelle quando il brasiliano che tirava le bombe ne ha piazzata una in porta: gol e via. «Fantastica giornata: ho anche segnato». E Napoli non avrebbe desiderato altro, nonostante la stagione appena conclusa sia stata stracolma di reti e prodezze. Targate soprattutto Dries Mertens, ex falso nueve che in pochi mesi ha acquisito di diritto lo status di centravanti. Grande centravanti: «A me ricorda Bebeto». E se lo dice Careca, bisogna dargli retta.
LA CORNICE. E allora, la beneficenza e i ricordi. Fusi in un’unica manifestazione a trent’anni dal primo scudetto in occasione della “Partita del Sole”, triangolare in onda nel tempio di Fuorigrotta tra una selezioni di calciatori ed ex, una di artisti e un’altra di magistrati. Spettatori: venticinquemila. Incasso destinato interamente alla ricostruzione di una scuola di Civitella del Tronto distrutta dal terremoto in Abruzzo e ad altri enti benefici del territorio, da comunicare nel corso di una conferenza stampa indetta dall’organizzazione. Risposta positiva, insomma, e anche molto: il cuore di Napoli non smette mai di battere.
«BISOGNA VINCERE». I sussulti veri, però, li hanno regalati Carnevale, Giordano (in versione capitano) e lui. Soprattutto lui: Antonio de Oliveira Filho detto Careca. La leggenda. Uno dei più grandi attaccanti che la storia del calcio abbia mai annoverato, campione d’Italia e di Uefa con la maglia azzurra nonché fenomeno della Seleçao. Bei tempi quelli degli scudetti, vero? «Giocare in questo stadio e soprattutto fare gol è stato meraviglioso. Ma ora bisogna guardare anche al domani: il pubblico napoletano merita di vincere ancora». L’eroe brasiliano della gente non si smentisce mai. «Non so cosa manchi per lo scudetto, magari riprendere il tridente del passato composto da Carnevale, Giordano e Careca». Risate e interrogativo: e il Diego?
SARRI E DE LAURENTIIS. L’idea è che Sarri saprebbe come mescolare tanta classe. «Lui è un allenatore fantastico, intelligentissimo, il migliore del mondo: fa giocare un calcio bellissimo. E’ il cinquanta per cento della forza della squadra. De Laurentiis deve stargli vicino: secondo me se il presidente gli darà anche più libertà in chiave mercato, allora possiamo sognare. La squadra c’è, cresce ma probabilmente ha bisogno di due o tre innesti. De Laurentiis deve decidere cosa fare: deve fare qualcosa in più per migliorare i reparti che hanno bisogno di ritocchi». Anche Carnevale, ora responsabile dello scouting dell’Udinese, dice la sua: «Il Napoli è molto vicino alla Juve, però se dipendesse da me prenderei un top player a centrocampo».
MERTENS-BEBETO. L’attacco, invece, resterà invariato: del resto ha dimostrato di essere il più prolifico d’Italia e tra i migliori in circolazione. Parola a Careca: chi è il più forte tra lei e Mertens? «Per il momento ancora Careca, però Dries è molto bravo e ha tutto il tempo per migliorare. Personalmente mi ricorda più Bebeto che Romario, però il nostro calcio era diverso, più cattivo. Soprattutto nelle marcature». I parallelismi non finiscono qui: la finale Champions tra Juve e Real è dietro l’angolo. «La Ma.Gi.Ca. era più forte della BBC di Madrid, Bale-Benzema-Ronaldo, e anche del tridente del Barcellona Messi-Suarez-Neymar: noi avevamo Maradona, era più facile».
Fonte: CdS