Ieri, oggi e domani: e s’avverte, completamente, il senso eterno dell’evoluzione in quegli intrecci anche fascinosi di queste quarantotto ore che sono ormai alle spalle e in ciò che sembra s’intraveda in vicinanza. C’è il passato più luminoso (nelle parole di Maradona), il presente più emozionante (nella lettera aperta di Hamsik), un futuro da scovare (nelle ipotesi di mercato); c’è il Napoli, nelle sue epoche, nei suoi successi, nelle pieghe di sentimenti, nelle frasi (e non sono di circostanza) che Maradona posta d’istinto, nella dichiarazione d’amore che tocca le corde del cuore (di Hamsik), nella entità d’un Progetto che avanti da tredici anni ed ora sembra essere giunto, stilisticamente ed in prospettiva, ad una svolta, certo nella sua espressione più alta. E’ finita, con l’agrodolce retrogusto del Preliminare, ma si ricomincia in fretta, forse già nel tardo pomeriggio, dopo che Maurizio Sarri avrà ritirato il premio Bearzot, sotto gli occhi di De Laurentiis che forse l’aspetta per invitarlo ancora a casa, come il 9 febbraio scorso dopo la vittoria sulla Lazio, per raccontarsi insieme, loro due e il ds Giuntoli e l’ad Chiavelli, cosa fare per potersi spingere oltre, per proiettarsi tra le stelle dove, dicono, esista un Universo verdebiancoerosso: il Napoli guarda avanti, in alto.
Corriere dello Sport