«Il mio grande limite sono i gol, ci sto lavorando: ne vorrei almeno cinque o sei». Lo dice Jorginho, l’italo brasiliano con le chiavi della mediana azzurra. Se Sarri ha insistito così tanto su di lui, è proprio perché la squadra, con lui in campo e in palla, riesce a esprimersi in modo completamente diverso. Migliora, in un solo concetto. «Ci siamo divertiti, mi sono divertito: credo che abbiamo fatto tanto in questa stagione». E ancora: «Forse avremmo potuto fare anche di più, è vero, però 86 punti non sono pochi: dobbiamo essere orgogliosi di noi stessi, soprattutto del girone di ritorno. Stupendo». Jorginho fa girare le parole come fa con il pallone. «Per noi è stata una grande stagione: la cosa fondamentale è aver creato le basi e i presupposti per la prossima». Quella del definitivo, e tanto atteso, salto di qualità. Il suo dogiuno da gol è atavico: «Il prossimo anno mi aspetto che anche lui dia il proprio contributo sotto questo punto di vista», dice il manager Joao Santos a Kiss Kiss Napoli. Il centrocampista azzurro, dal canto suo, prova addirittura a rendere più stuzzicante il tutto. «Magari riuscissi a infilare cinque o sei gol. Magari. Ci sto lavorando, consapevole che si tratta di un mio grande limite: forse è per questo motivo che non mi si vede tanto. Quest’anno, nonostante sia soddisfatto della mia stagione, non sono mai riuscito a segnare, però credo che sia più importante la squadra. Sì, conta il gruppo: bisogna ripartire da tutto quello che abbiamo fatto e provare a ripeterci. Anzi, a migliorare: sappiamo di poter crescere ancora, ma le basi sono forti». Chiusura dedicata a un tema tornato tristemente d’attualità a Marassi, teatro del solito e becero sfogo razzista sottoforma di coretti. «E’ pesante. E anche se non dovrebbe essere così, purtroppo accade anche questo. A chi ci insulta, comunque, dimostreremo sempre sul campo di essere più forti. E che la cosa non ci tocca».