Avellino, manca l’accordo tra Taccone e D’Agostino

L’accordo non c’è stato: sono emerse complicazioni su cifre e programmi. Era tutto pronto per una suddivisione delle quote dell’Avellino in tre parti eguali, attualmente possedute per l’80% da Walter Taccone e 20% da Michele Gubitosa. Con l’annunciato ingresso in società di Angelo D’Agostino, da 5 anni sponsor, Taccone avrebbe dovuto cedere il 33% al nuovo socio e a Gubitosa un altro 13% per formare porzioni identiche. Per la cessione, ovviamente, Taccone ha chiesto soldi e i conti sono facili da fare. Se l’Avellino ha un valore di 6 milioni di euro, un terzo delle quote corrisponde e circa 2 milioni che D’Agostino ha offerto di versare ma, rispetto a una situazione debitoria da ripianare, a impegni impellenti da fronteggiare e quindi all’accollo di un ulteriore esborso – peraltro non precisato – è mancato l’accordo. Le parti si sono aggiornate alla prossima settimana.
INGRESSO. L’ipotesi di un allargamento della compagine societaria, composta comunque tutta da irpini, era stata sollecitata dal presidente onorario Gubitosa convincendo un altro imprenditore irpino ad entrare finalmente in società, dopo essere stato sempre vicino all’Avellino, sostenendolo quale sponsor, con i marchi delle sue aziende. Angelo Antonio d’Agostino, 56 anni, sposato e con 4 figli, geometra, ha iniziato la sua attività imprenditoriale nel settore dell’edilizia, allargando poi gli orizzonti verso quelli dell’automotive, energia ed editoria, impegnandosi anche nella politica, eletto Senatore della Repubblica (Scelta Civica). E’ un grande appassionato di calcio: ora sarebbe pronto al grande passo, entrando direttamente nella gestione dell’Avellino. A certe condizioni, però.
AMBIZIONI. Uomo concreto e di poche parole, D’Agostino ha spiegato: «Sono contento di discutere della possibilità di gestire l’Avellino insieme a due amici ma i programmi finanziari al momento non coincidono. Non si tratta di percentuali o di somme da investire, di queste cose si parla e si trova la soluzione. Mi piacerebbe dare un forte contributo assumendo un ruolo importante, più che di semplice socio. Ho fornito un sostegno di un milione e mezzo di euro, quale sponsor dell’Avellino, ma in quel caso sapevo di non avere voce in capitolo nella gestione. Se investo una cifra notevole, vorrei rivestire un ruolo importante, avere un potere decisionale».
PREVISIONI. D’Agostino, che non fa questione di cifre, è disposto a investire senza fare «il garzone di bottega». Soprattutto gli piacerebbe puntare a qualcosa di importante, sotto il profilo sportivo. E’ questo il nodo della situazione. «Per mantenere l’Avellino nelle mani di imprenditori irpini e farlo crescere attraverso rilevanti investimenti, mi piacerebbe lavorare d’intesa con Taccone e Gubitosa. Altrimenti resto sponsor», ha detto il potenziale nuovo socio di maggioranza, sottolineando la parola «intesa».

Corriere dello Sport

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