Benevento sogna il derby con il Napoli

BENEVENTO-SPEZIA 2-1

 

BENEVENTO (4-2-3-1): Cragno 5; Gyamfi 5,5, Camporese 6.5, Lucioni 7, Lopez 6.5; N. Viola 7, Chibsah 6; Eramo 6, Falco 6,5 (29′ st Ciciretti sv), Puscas 6,5; Ceravolo 7 (41′ st Melara sv). A disp.: Gori, Pezzi, Venuti, Padella, De Falco, Del Pinto, Buzzegoli, Pajac. All.: Baroni 7.
Falli commessi: 6
Fuorigioco fatti: 2
SPEZIA (4-3-1-2): Chichizola 5; De Col 5 (28′ st Sciaudone sv), N. Valentini 5,5, Terzi 5,5, Ceccaroni 6; Vignali 6, Maggiore 6, Diokovic 5 (12′ st Mastinu 7); Fabbrini 7; Granoche 5 (19′ st Nenè 6), Giannetti 5,5. A disp.: A. Valentini, Datkovic, Errasti, Baez, Migliore, Pulzetti. All.: Di Carlo: 6
Falli commessi: 14
Fuorigioco fatti: 7
ARBITRO: Manganiello di Pinerolo 5
Arbitri d’area: Nasca e Di Paolo
Guardalinee: Santoro e Gori
Quarto uomo: Intagliata
MARCATORI: 22’pt Ceravolo (B), 24′ pt Puscas (B), 24’st Nenè (S). 
ESPULSO: Vignali (S) 34′ st per somma ammonizioni
AMMONITI: Chibsah (B) 7′ pt; Vignali (S) 18′ st.
NOTE: Spettatori 11.319. Angoli 9-7 per il Benevento. Recupero: pt 1′, st 3′. In tribuna i vertici dell’Avellino (il presidente Taccone, l’allenatore Novellino e il ds De Vito) oltre al ds del Venezia Perinetti.

Le favole esistono: e avvolta in quella felicità travolgente, Benevento – la matricola terribile – si gode la magia inebriante d’una semifinale per la serie A. Il tempo s’è fermato e in quel Ciro Vigorito ch’è lacrime luccicanti, a 13 mesi dalla promozione in B, è impossibile fermare i sogni: sarà Benevento-Perugia (sabato prossimo l’andata, tra sei giorni il ritorno al Curi), perché l’ha detto il campo, fors’anche il cuore che trascina al 2-1 sullo Spezia e ad una dimensione onirica.
ELETTROCHOC. Il calcio è un’emozione senza soluzione di continuità, perché i primi 25’ fanno di Benevento-Spezia la partita da evitare ai cardiopatici: avvio bruciante, nel quale entra la suspence (13′) sul mistero del gol-non gol che Chichizola, trascinandosi il pallone sul cross di Lopez, lascia galleggiare nell’aria; c’è il pathos (20′) per il rigore che Chichizola, ancora lui, cancella a Ceravolo; c’è l’ira ribelle (22′) dell’attaccante reggino che va su, dove non arriva Maggiore, per l’1-0, c’è pure la voracità di Puscas che (24′) con una «sassata» dal limite trova un angolo nel quale Chichizola atterra in lieve e decisivo ritardo.

LA SVOLTA. Baroni sceglie il più collaudato dei suoi moduli e soprattutto chiede al Benevento di correre in avanti, lasciandosi illuminare da Viola (innanzitutto); e Di Carlo, che va sul «compromesso» (difesa a tre e mezza, con De Col che a destra si abbassa e si alza), intuisce subito che sarà dura, perché il pallone in avanti ci arriva poco, male e non ci rimane. Il ritmo è terrificante, ma lo fa il Benevento, che spinge con Lopez, con Falco ed Eramo e che lascia soltanto pallide possibilità: Vignali è impreciso sia al 4′ che al 16′, ma le circostanze restano occasionali perché la partita la fanno gli altri. E’ dentro o fuor ma Baroni non vuole calcoli, né gestione e lo scatto nervoso è sul fallo ingenuo ma anche sciagurato di Djokovic, inconsapevole dell’arrivo di Eramo. La partita decolla sull’errore dal dischetto, sulla scintilla che fa bruciare Ceravolo, trascinante con Viola: lo Spezia osserva, aspetta di poter puntare sul contropiede che non gli viene concesso, perché Lucioni e bravo ad alzare la linea difensiva e Chibsah e Viola non concedono neanche uno straccio di seconda palla.

REAZIONE. Lo Spezia è solo in Fabbrini e può, anzi deve rivoluzionarsi dentro: Di Carlo lascia che la difesa torni a tre, infila prima Mastinu (per Djokovic) poi Nené per l’impalpabile Granoche ma non immagina che sia Cragno (24′) sul tiraccio dai 25 metri del brasiliano in contropiede (?) ad offrire ancora elettricità lasciandosi passare il pallone tra le gambe. E’ 2-1, ma con Mastinu che fa male a sinistra e un’inerzia che è mutata e che Baroni tenta di fronteggiare (dentro Ciciretti per Falco). Gli episodi che lasciano il segno sono in un finale che non può essere banale: un contatto Ciciretti-Fabbrini (32′) viene ritenuto veniale da Manganiello e invece è carico di dubbi e la leggerezza di Vignali (34′) per un fallo a metà campo vale l’inferiorità per lo Spezia che però non indietreggia e arriva con Mastinu (38’st) dalle parti di Cragno (stavolta reattivo) e viene salvato da Chichizola (48′) sul solitario Chibsah: una corsa pazza, verso il fantastico ignoto.

Fonte: CdS

 

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