Ma quando tutto è cominciato, e siamo nel giugno del 2015, l’avvento di Maurizio Sarri scatena un pizzico di pregiudizio, perplessità che ora i numeri stracciano, per tutto quello che è capitato in queste due stagioni, per questa pioggia di primati che rinfresca, per ciò che i 49.519 spettatori paganti di sabato sera hanno applaudito. E se l’appeal del Napoli è andato crescendo – grazie anche alla politica dei prezzi, assai contenuti – il richiamo è stato offerto da «quel» calcio, dalla capacità di divertire d’una squadra che nel suo finale di stagione ha scoperto di non essere mai sola, anzi di ritrovarsi splendidamente accompagnata: nelle ultime otto interne (di campionato), per una episodica volta, sembra quasi una circostanza fortuita, al san Paolo non è stata superata la soglia dei quarantamila (contro l’Udinese, quando erano 38.764). Sapevano che non si sarebbero annoiati, che sarebbe stata una notte o un pomeriggio da record.
Fon te: CdS