Più un dipinto di Raffaello che uno schizzo di Pop Art. L’ultimo gol di Fabio Ceravolo è una tela da maestro del Rinascimento, una pennellata curata nei minimi dettagli. Il suo 20º sigillo stagionale è entrato nella “top five” dei gol più belli dell’ultima giornata (il 1º posto glielo ha soffiato l’amico e compagno di squadra Falco) e ha segnato il punto più alto della sua carriera di goleador. Ben 20 gol, record personale
polverizzato, a 3 sole lunghezze dal capocannoniere Pazzini, con il quale ora vorrebbe condividere la gioia più grande: «E’ quello che mi auguro: i suoi gol sono serviti a portare il Verona in A, vorrei tanto che accadesse anche a me col Benevento». Alla matricola giallorossa nessuno ha mai regalato nulla, tantomeno il Pisa giovedì sera, che pur da retrocesso ha voluto onorare l’incredibile spettacolo offerto dalla sua curva, colorata e carica come se avesse dovuto raggiungere il più importante degli obiettivi: «Qui so no stato dieci anni fa, la passione non è mai mancata – spiega Ceravolo, che ha evitato anche di esultare in rispetto di quel ricordo -. Nel primo tempo abbiamo un po’ stentato. Negli spogliatoi ci siamo detti che avremmo dovuto dare qualcosa di più per prenderci i play off e ce l’abbiamo fatta».
SIGILLO. Puscas e Falco hanno scavato il solco, la “belva” ha messo il suo sigillo nel finale di partita: «I finali cominciano a portarmi bene, anche questa volta gli ultimi minuti mi hanno premiato. Era un momento in cui la squadra pensava soprattutto a non rischiare nulla, ma il mio amico Falco continuava a cercarmi con palloni invitanti. Così quando si è creata l’occasione sono riuscito a segnare anch’io». Un vero e proprio tocco d’artista, per lui che ama la Pop Art e che si diverte a dipingere ispirato da Andy Warhol: «Sì, ma le pennellate più belle sono sempre quelle in campo, speriamo che me ne riescano ancora». A Benevento ha trovato la sua vera dimensione: è nato così il suo record personale di segnature: «Qui è stato fatto un lavoro straordinario, dalla scelta del mister, che è tra i migliori che ci sia in giro in questa categoria, al lavoro del direttore, fino al mercato: si sono incastrati tutti i mattoni importanti e abbiamo costruito un bel castello. Ora però da questa costruzione vogliamo uscire vincitori». DEDICA. Non è ancora momento di bilanci, ma qualche dedica comincia a distribuirla: «Bè, sarebbe sciocco che non ringraziassimo chi c’è dietro la costruzione di questo castello, ovvero il presidente Vigorito. Così come è d’obbligo ringraziare i nostri tifosi che non ci hanno fatto pesare mai nulla, neanche quando le cose non andavano troppo bene». Ma dopo la concessione al romanticismo, la “belva” torna ad essere tale: «Insieme ai miei compagni vogliamo regalare qualcosa di storico a questa gente, non vogliamo certo fermarci qui. Sto vivendo la mia stagione più bella e prolifica, ma l’intenzione mia e dei miei compagni è di andare avanti e di non fermarci più».Corriere dello Sport