È una parola ormai banale, abuso dialettico che appartiene a quest’annata show del Napoli che, privo di Higuain, orfano
improvvisamente di Milik e alle prese con l’equivoco Gabbiadini, è riuscito a superarsi e a far meglio della scorsa stagione. L’ultimo traguardo lega questo calcio a quello di oltre cinquant’anni fa. Con le cinque reti al Torino, infatti, il Napoli raggiunge quota 46 gol in trasferta ed eguaglia il primato della Juve datato 1950, mezzo secolo fa. Erano altri tempi mentre questi si faranno piacevolmente ricordare – tra dieci, venti, cento anni – per la forza, l’irruenza, la prepotenza di una squadra che vince dodici volte lontano dal San Paolo (altro record…) a testimonianza di una padronanza della vita che per molti anni non avrà eguali né simili. C’è una spiegazione ed è scientifica: in trasferta ci sono più spazi che quasi invitano il Napoli ad essere devastante, scostumato, perfino strafottente mentre osa avendo già calcolato i rischi di ogni singolo gesto tecnico. Fonte: Il Roma