Il Mattino – De Laurentiis risponde a Sarri: «Vuole l’aumento? Ne parleremo se vincerà scudetti e Champions»

Dicono i vecchi saggi del calcio (ma non solo) che i panni sporchi si lavano in famiglia. Ecco, prendete questo luogo comune e questa presunta pillola di saggezza, fatene una palla e dategli fuoco. Perché è chiaro che Aurelio De Laurentiis, nonostante i toni soft e il clima apparentemente distensivo, non ha nessuna intenzione di esaudire il sogno di Maurizio Sarri in tempi brevi

«Tra quattro anni, alla fine del suo contratto con il Napoli, quando con noi avrà vinto uno o due scudetti, e magari la Champions, allora si arricchirà». .
Il presidente del Napoli è ospite a Città della Scienza del direttore del Consorzio di Pasta di Gragnano Maurizio Cortese e della kermesse Ligami di pasta. E alle parole del tecnico replica con una certa tranquillità. Ma anche con una chiara puntualizzazione che non è una cosa che farà piacere a Sarri. «Un anno fa, pur avendo un contratto lungo siglato dodici mesi prima, dietro sua precisa richiesta, abbiamo adeguato il suo ingaggio. Lui voleva farlo, io non volevo ma l’ho accontentato. Ora ha un contratto bellissimo, che lui stesso ha curato nei dettagli. Per me è come Ferguson, nel senso che tra 4 anni quando finirà il contratto potrà ancora restare a lungo con noi. Ed è quello che desidero. E in quel momento, vedremo cosa avrà vinto e potrà arricchirsi: o con il Napoli o con altri. Certo, alla fine del contratto, dovesse arrivare il Bayern, il Barcellona o il Manchester United lo accompagno con il mio aereo, mi vedo il primo allenamento e pure la sua prima partita. A lui sono affettuosamente legato e lo stimo e sono felice per la scelta fatta che adesso ci invidiano tutti».
De Laurentiis è arrivato con oltre un’ora e mezza di anticipo a Bagnoli rispetto alla premiazione per vedere la straordinaria esposizione di Corporea e visitare il Planetario accompagnato da Vincenzo Lipardi, il segretario generale di Città della Scienza. Certo, parla di calcio. E delle parole di Sarri. Perché a ogni sosta c’è qualcuno che glielo chiede. E lui risponde a tutti. «Ma poi arricchirsi che significa? Forse si riferisce a qualche rinnovo tipo qualcuno che ha vinto il campionato inglese come Conte, a cui ho mandato un sms per fargli i complimenti per il suo successo inglese. Ma lui aveva anche già vinto in Italia».
La questione rischia di attorcigliarsi in un viluppo complicato. Meno male che almeno una faccenda, quella del rinnovo di Mertens, è in dirittura d’arrivo come già rivelato in una intervista al Mattino. «I suoi procuratori li aspetto nei prossimi giorni, siamo ormai alla fase finale». Tradotto, il contratto deve essere solo firmato perché il tutto è stato definito. Ma è chiaro, che bisogna aspettare ancora qualche giorno per l’annuncio definitivo.
Il suo giro per la struttura è lento: il presidente si gode la visita a Corporea, al museo interattivo sul corpo umano dove sosta in diverse installazioni (da quella dove si percepisce il battito del proprio cuore all’isola dedicata al sistema sensoriale, dove si è steso su un letto di chiodi, alla scoperta dei recettori distribuiti nella pelle). Pare davvero spassarsela tra i vari simulatori. Con lui c’è la moglie Jacqueline e l’head of operation, Alessandro Formisano. «La casa del Napoli qui a Bagnoli è un progetto che da settembre potrà decollare. Ormai la situazione della bonifica di queste aree sta per sbloccarsi, è tutto in mano al governo. Io sono pronto e ho già dato la mia disponibilità a farlo. Con questa vista, nessuno vorrà andare via. Penso a campi di allenamento e uno stadio dalla capienza che possa mutare a seconda delle partite: da 25mila posti a 60mila posti due o tre volte l’anno».
Riesce anche a toccare l’argomento Higuain: «Certo, stasera farò il tifo per lui ma senza dimenticare che poi ci sono altre due partite. Noi abbiamo l’obbligo di vincere a Torino». Dove non ci sarà. Tornerà allo stadio per l’ultima in casa, quella con la Fiorentina.
Poi entra nella sala Newton: tra gli ospiti in sala il questore Antonio De Iesu («ho una moglie tifosissima del Napoli, i dirigenti della Juventus mi hanno regalato una maglia bianconera ma lei non me l’ha fatta portare a casa: ce l’ho in ufficio», racconta divertito il numero uno della questura napoletana), Luis Vinicio e l’ex capitano Francesco Montervino. De Laurentiis riceve la targa e il marchio originario del «pastificio moderno De Laurentiis». Data 1929. «Perché in quegli anni era Torre Annunziata con più di 60 pastifici la capitale della produzione della pasta. E mio nonno Aurelio, con il suo pastificio extra lusso mi ha trasmesso l’amore per il cibo». Il pacco di pasta a marchio Aurelio de Laurentiis sarà prodotto e distribuito da pasta Garofalo, sponsor di maglia del Napoli. «A che punto è la cottura dello scudetto? Piano, piano, ci siamo. L’importante è non far scuocere la pasta», conclude la sua giornata De Laurentiis. La gara col Torino la guarderà alla tv. E ai bambini che lo salutano risponde sicuro: «Tranquilli, oggi vinciamo».

Fonte: Il Mattino

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