Marco Baroni è raggiante, è riuscito a cogliere l’obiettivo che si era prefisso con una squadra fatta a brandelli da infortuni e giudice sportivo: «Se mi avessero chiesto come avrei preferito vincere questa partita, avrei detto proprio così. Queste sono sfide in cui l’aspetto tattico conta poco, invece oggi ha funzionato anche quello». Negli ultimi dieci minuti i giallorossi erano quasi tutti coi crampi, ma Baroni non ha mai smesso di
credere nella vittoria: «Siamo andati avanti convinti che la palla l’avremmo buttata dentro. Ceravolo? Lui lo sa, io conto su di lui. E quando hai un giocatore così acceso, non puoi farne a meno neanche se non ce la fa più».
GLI AVVERSARI. Una sconfitta all’ultimo alito di partita, ma forse per il Frosinone non sarebbe cambiato nulla. Al Vigorito serviva una vittoria, sfiorata in qualche occasione, ma che non si è mai materializzata. Il volto di Pasquale Marino tradisce l’amarezza del momento, con una vittoria la A sarebbe stata vicinissima. Ora invece si aprono le porte dei play off, una coda di campionato che i ciociari avrebbero voluto evitare. In sala stampa si rievoca la partita dell’andata, finita per uno scherzo del destino a tempo scaduto con un gol di Dionisi. La nemesi l’ha firmata questa volta Ceravolo: «C’è differenza, all’andata la posta in palio era alta, ma non certo come questa volta. La verità è che non meritavamo di perdere, abbiamo sofferto qualche calcio piazzato e alla fine abbiamo pagato a caro prezzo gli unici errori commessi. E non dimentichiamo che il loro portiere è stato bravissimo in più di un’occasione».
LE DISATTENZIONI. Ma dal Frosinone forse c’è da aspettarsi qualcosa di più, soprattutto contro un avversario che deve fare a meno di otto titolari: «Qualche disattenzione nella gestione della palla l’abbiamo commessa. Penso al gol dell’ultimo secondo: la palla è andata fuori ed hanno rimesso loro in gioco, arrivando primi più volte nella stessa circostanza. Credo si sia trattato di un black out perché pensavamo che fosse già finita».Corriere dello Sport