Piace al sindaco Luigi de Magistris l’idea che a Bagnoli il Napoli di Aurelio de Laurentiis possa immaginare di costruire il suo centro tecnico. Un’apertura del sindaco verso il patron che di questi tempi – dove l’unico stadio che c’è non si apre nemmeno ai campioni d’Italia del 1987 – non è poca cosa. Meno aperturista o, se vogliamo, più scettico è sull’idea del produttore cinematografico di fare sempre nell’area ex Italsider anche il nuovo stadio con vista sul mare. De Magistris ne parla a Radio Kiss Kiss Napoli nel suo consueto appuntamento del venerdì nell’intervista con Valter De Maggio: «Potrebbe essere un’ottima idea – dice l’ex pm – realizzare un campo di allenamento o centro sportivo». In realtà il patron del Napoli in una intervista alla stampa estera su Bagnoli ha aspettative importanti: «Sto aspettando che si dia corso, sperando che non ci vogliano tempi lunghi alla bonifica di Bagnoli per poter fare lì la casa del Napoli con dodici campi di calcio, un albergo e all’interno lo stadio nuovo, il tutto delimitato da un bel muraglione alto dodici metri. Se lo stadio sarà da 50mila, 40mila o 30mila posti lo vedremo a seconda di quando potrà essere pronto e di come la virtualizzazione non avrà minato la frequentabilità dello stadio». Oggi il patron sarà proprio a Bagnoli per ritirare un premio a Città della Scienza e forse l’argomento tornerà di attualità. De Magistris in qualche modo rintuzza: «È stato il presidente a insistere sul San Paolo, su un nuovo stadio sono aperto a tutte le discussioni. Per intanto portiamo avanti i lavori per il San Paolo che tra qualche mese ricominceranno, sono lavori del Comune». Come interpretare queste due volontà? Oggettivamente i linguaggi sembrano evidenziare – come è già accaduto negli ultimi sei anni – visioni del mondo diverse. Ci può essere un punto di incontro?
Partiamo dalla bonifica dell’area ex Italsider, il punto di partenza per ogni idea. De Magistris per la prima volta è apparso convinto dei passi in avanti che sta facendo il Governo, infatti quello è un sito nazionale, e tocca a Palazzo Chigi il risanamento. Non ci sono parole aspre come spesso accade, ma di incoraggiamento: «La bonifica di fatto è iniziata – dice – perché si stanno facendo le caratterizzazioni per andare a verificare che tipo di risanamento serve. Bagnoli è centrale per lo sviluppo per il Comune ed entro fine anno contiamo di chiudere un accordo con il Governo sul futuro dell’area».
Detto questo, bisogna capire a che gioco si sta giocando tra i due storici antagonisti. Due personalità forti, al punto che ancora oggi non riescono a trovare l’intesa sulla convenzione per la gestione della vetusta struttura di Fuorigrotta. A essere maliziosi, sullo sfondo delle loro parole ci può stare un ragionamento di real politik: nella più ottimistica delle previsioni servono tra i due e i tre anni per bonificare i suoli. Poi ci saranno i collaudi e dunque si potrà mettere mano alla progettazione esecutiva della nuova Bagnoli. Certo, sarà il Comune a decidere cosa si può fare da quelle parti e lo si stabilirà nei prossimi mesi d’intesa con il governo e con la Regione.
Di base, la nuova Bagnoli avrà come core business il turismo e lo sport, almeno a livello teorico ci sta immaginare un centro sportivo, più difficile, ma non impossibile uno stadio. E la politica cosa c’entra? Tra Dela e Dema non c’è feeling, però la prima pietra della nuova Bagnoli si poserà quando l’ex pm avrà terminato o quasi il suo mandato, e non potrà ricandidarsi perché la legge non consente di indossare per tre volte consecutive la fascia tricolore. Una condizione ideale per De Laurentiis e anche per de Magistris. Il primo si confronterà con una nuova amministrazione e probabilmente approccerà in maniera più serena rispetto alla questione stadio, non fosse altro per l’esperienza accumulata. Per il sindaco resterà invece la soddisfazione di avere ristrutturato il San Paolo.Fonte: Il Mattino