Stadio chiuso? I campioni: “Mettiamoci una pietra sopra”

Il day-after è un gioco a scaricabarile. Un continuo rimbalzo di responsabilità tra Comune e Napoli, in mezzo i campioni dell’87 lasciati tristemente fuori i cancelli del San Paolo. Il sindaco de Magistris ha espresso la propria opinione nel corso del programma Barba e capelli a Radio Crc: «Trovo veramente disdicevole fare polemiche dopo una giornata bellissima, con l’assessore allo sport Borriello che ha voluto organizzare la celebrazione nel ricordo del 10 maggio, giorno indimenticabile in cui la città si riscattò attraverso la squadra. Ma come si può pensare che un’amministrazione che ha fatto così tanto, ricevendo quei campioni in sala Giunta, chiuda poi le porte del San Paolo? Non voglio entrare in polemica ma dico: non c’è neanche bisogno del permesso per chi ha fatto la storia in quei giorni. Ma ora mettiamoci una pietra sopra».
L’ultima frase però sa di colpevolezza. Almeno parziale. Toccava al Comune o al club azzurro aprire quel benedetto cancello? Il Napoli ha replicato in maniera secca: «Abbiamo in gestione lo stadio soltanto il giorno della partita. E ci prendiamo cura del manto erboso. Ci risulta che gli ex calciatori volessero fare soltanto un giro di campo sulla pista d’atletica, quindi…».
Quindi resta l’amarezza, soprattutto quella dei protagonisti. «È stato un amarcord emozionante, è mancata soltanto la ciliegina sulla torta. Ci avrebbe fatto piacere scattare una foto-ricordo all’interno dello stadio», ha detto Bruno Giordano. Nessun commento ulteriore da parte di Beppe Bruscolotti, lo storico capitàno, l’anfitrione dei festeggiamenti. Divorato dalla delusione, non ha voluto approfondire: «L’importante era portare l’evento a compimento. Il resto non mi interessa, sono beghe che riguardano gli altri».
La brutta figura non va via, una macchia per il calcio napoletano e la città. Una scena imbarazzante, soprattutto alla luce del chiarimento, arrivato sì ma troppo tardi. Quando cioè il pullman degli ex campioni aveva già lasciato Fuorigrotta. In pratica, mentre Comune e Napoli si palleggiavano le responsabilità e in attesa che da qualcuno partisse finalmente l’ok ad aprire il varco d’ingresso, era stato ordinato ai dipendenti della Napoli servizi di sbarrare i cancelli.
Un grave errore di comunicazione che ha coinvolto tutti perché da ogni parte si poteva fare di più. Il Comune avrebbe potuto garantire quanto meno l’accesso al San Paolo, il Napoli doveva essere più vigile sulla questione visto che nessun dirigente ha presenziato alle iniziative del 10 maggio. Così come anche l’organizzazione non è esente da colpe: come si evince dai comunicati, nel programma della giornata non era prevista alcuna visita all’interno dello stadio, sarà stata un’idea dell’ultima ora.
Si festeggerà a luglio con tutti gli onori? Il Napoli giura di sì, sarà un evento da mandare in scena entro la prima settimana, probabilmente il giorno 2. Verrà invitato Maradona, che ha detto al Mattino che sarà presente con i suoi figli. Si adopererà pure il Comune, per una volta tanto in sinergia con il club azzurro per regalare ai napoletani una serata di festa sia pure cinquanta giorni dopo. Ma i protagonisti scenderanno finalmente in campo? «Non so proprio niente, se mi invitano ci penserò», sbuffa Bruscolotti. È ancora arrabbiato. Giustamente.

Fonte: Il Mattino

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