È tifoso appassionato del Napoli, proprio come il Cardinale Voiello che interpreta in Young Pope, però stavolta la data gli era sfuggita. Silvio Orlando risponde con un filo di voce che questo storico dieci maggio gli era passato dalla mente però spiega che vivendo lontano dalla città certi momenti di passione calcistica non riesce ad afferrarli al volo. In un solo attimo la mente torna a quel 1987, al giorno in cui il Napoli vinceva il primo scudetto della storia e tutta la città era in piazza a festeggiare.
Lei dov’era quel dieci maggio di trent’anni fa?
«A quell’epoca vivevo a Milano. Ricordo quella giornata con un velo di nostalgia. La partita la sentimmo alla radio, poi alla fine cercammo di far sentire la nostra presenza anche a Milano, andammo in piazza Duomo, in galleria. Alla memoria mi torna un piccolo corteo di bandiere azzurre, un po’ triste, in mezzo a una Milano che nemmeno si voltava a guardare».
Vabbè, ma un tifoso vero come lei non può ricordare qual giorno con questo velo di tristezza.
«Ma andò proprio così. Poi tornammo a casa sapendo che la vita vera era altrove, era in una Napoli che impazziva di gioia. Arrivavano telefonate, sentivamo che le strade erano piene di gente anche a notte fonda. Sì, per me fu una tristezza infinita».
Ma il Napoli aveva vinto lo scudetto. Un momento importante per la città, un riscatto.
«Lo fu per davvero. Ma io adesso voglio pensare alle prossime stagioni e dire che se il Napoli riuscisse a vincere uno scudetto alla maniera di Sarri, sarebbe un insegnamento per tutta la città. Per tutti».
Che significa «alla maniera di Sarri».
«Che lui è uno che non si lamenta, che costruisce cose grandi con quello che ha a disposizione. E riesce a farlo nella maniera migliore. Lo ripeto uno scudetto nello stile di Sarri sarebbe una vera lezione».
Lo sa che i campioni dello scudetto dell’87 celebreranno questo giorno a Casoria? Non hanno avuto il San Paolo.
«Non conosco le motivazioni di questa decisione per cui non voglio scendere nel dettaglio. Certo che, vista da lontano, questa sembra una mancanza di riconoscenza verso questi giocatori che hanno fatto tanto per Napoli. Ma forse il problema è che c’è ancora il campionato in corso, il prato va preservato…».
A cosa pensa?
«Beh, penso ad esempio a uno come il grande Bruscolotti che non ci è mai andato leggero – sorride per far capire che scherza – Uno come lui il campo lo ara e forse sarebbe stato difficile rimetterlo in sesto dopo il suo passaggio».
Quando tornerà allo stadio a vedere il Napoli?
«Non ci sono mai andato spesso. Ora ho voglia di tornarci. Ma lo farò in segreto, che non si dica che sono andato allo stadio e, magari, il Napoli ha perduto: nessuno saprà quale partita ho visto».
Fonte: Il Mattino