Quel 10 maggio 1987, che resterà per sempre nella memoria di tutti i napoletani, sarà incancellabile anche per quello che, allora, era un giovanissimo giocatore del Napoli, Fabio Cannavaro, di appena 13 anni. L’ex giocatore del Napoli, e Campione del Mondo ha parlato a Il Mattino di quell’emozionante momento.
Come fu il 10 maggio di un ragazzino che sarebbe diventato campione del mondo?
“Il mio unico sogno, allora, era indossare la maglia del Napoli e ripercorrere il cammino di difensori come Bruscolotti e Ferrara, che a vent’anni vinse il primo scudetto nella squadra della sua città”.
La notte prima di Napoli-Fiorentina come fu per il piccolo Cannavaro?
“Poche ore di sonno. La domenica misi la tuta sociale marchiata Nr e uscii presto di casa”.
Ricorda ancora lo sponsor tecnico.
“Ricordo ogni attimo di quel giorno”.
Presto al San Paolo, allora.
“Sì, anche se abitavo alla Loggetta e bastavano cinque minuti a piedi per raggiungere lo stadio. Ma l’adrenalina saliva”.
Chi erano i suoi compagni quella domenica?
“Caruso, De Rosa, Troise e Rogazzo. Questi ultimi due sono con me da trent’anni: fanno parte dello staff al Tianjin Quanjian. Bella squadra, qualche anno dopo avremmo vinto lo scudetto Allievi”.
Com’era Napoli vista dagli occhi di un ragazzino?
“Era tutta azzurra e tricolore, c’erano striscioni dovunque. E i caroselli delle auto erano cominciati già alcuni giorni prima. Alla Loggetta saliva di minuto in minuto l’ansia per quella partita: tutti volevamo vivere quel momento. I cancelli dello stadio aprirono prestissimo”.
Lei giocò prima di Maradona e Baggio sul prato del San Paolo.
“Sì, li avevo incrociati negli spogliatoi ed era stata già un’emozione. Andammo in campo, non era la prima volta ma era come se lo fosse perché c’erano novantamila tifosi che aspettavano soltanto l’inizio della festa. Finita la partitella mi sistemai nel solito angolo. E cercai di rispettare la raccomandazione del mister”.