Il 27 per cento degli abbonati di curva Sud della Roma ha precedenti penali. Sono stati 165 mila gli agenti impegnati fino al 31 marzo scorso nei 75 incontri di calcio caratterizzati da scontri. Il giro d’affari nel calcio sfiora i 4 miliardi e altri 3 miliardi arrivano dal settore delle scommesse. La ndrangheta più della mafia punta al controllo delle società e delle scommesse. Il capo della Polizia, Franco Gabrielli, ha elencato ieri una serie di cifre che fanno riflettere durante l’audizione davanti alla Commissione parlamentare antimafia, che è stata in parte secretata e che rientra nel filone dell’inchiesta «Mafia e sport» che la Commissione sta conducendo da qualche tempo.
Per Gabrielli i 165 mila uomini e donne delle forze dell’ordine impiegati in questa stagione nelle partite di calcio «è un numero che dovrebbe far accapponare la pelle. Credo sia un lusso che questo Paese non si può più permettere», anche perché comporta «straordinari, recuperi di riposi, sottrazione di forze al territorio». Una presa di posizione che ha trovato il plauso della presidente dell’Antimafia, Rosy Bindi. Gabrielli ha aggiunto che in media gli agenti nelle questure hanno un’età che va dai 49 ai 51 anni (quelli in strada hanno 54-55 anni) e ci sono questure in cui manca un terzo del personale necessario.
Il capo della Polizia ha inoltre evidenziato che l’organizzazione criminale «più attiva» nel mondo del calcio «è la ndrangheta» ma che anche la camorra tenta di «acquisire il controllo di società» mentre Cosa Nostra ha una «attenzione meno strutturata» al calcio «ma ci sono stati casi di affiliati interessati ad infiltrarsi». «Sono documentati casi di contiguità e intrecci con ambienti malavitosi in cui sono coinvolte società sportive, calciatori e indotto del calcio – ha aggiunto Gabrielli – ma il segmento più a rischio è il calcio minore perché si incorre in minore livello di esposizione».
Le scommesse sono il versante in cui la criminalità punta maggiormente. «Il settore – ha detto Gabrielli – è entrato in fase di crescita cui è corrisposto un incremento di punti scommesse che superano le 13 mila unità, il 20% dei quali in Campania. Secondo alcune stime l’entità delle scommesse sarebbe pari a 3 miliardi di euro. Si contano 73 tipi di scommesse per le partite di serie A e 31 per la primavera». Gli «eventi anomali» nel campo delle scommesse sportive in via di approfondimento sono 36; 17 segnalazioni quali riguardano la stagione in corso. Per il coordinatore del comitato Mafia e sport dell’Antimafia, Marco di Lello, l’audizione conferma che «evidentemente abbiamo colto nel segno aprendo questa indagine: noi pensiamo che tutto questo non sia ineluttabile, che non bisogna convivere con le infiltrazioni: vanno ripensati gli strumenti di intervento a partire dal Daspo».
Sulla questione interviene anche Cosimo Sibilia, «Il mio lavoro – dice – prima da commissario straordinario del comitato regionale della Campania e ora anche da presidente della Lega Nazionale Dilettanti, va proprio nella direzione auspicata dal capo della Polizia Franco Gabrielli in audizione alla commissione Antimafia». «Siamo perfettamente consapevoli che il cosiddetto calcio minore, in Campania nonostante la passione e l’impegno disinteressato di centinaia di migliaia di persone, sia diventato terreno di caccia dei sodalizi criminali, interessati al giro d’affari delle scommesse sportive. Proprio per questo da un anno, da quando ho assunto la carica di Commissario in Campania, lavoriamo per ripristinare la legalità. Dove la situazione era al collasso, abbiamo riportato regole e trasparenza».Fonte: Il Mattino