Auriemma nel suo editoriale sul CdS:
“Ma davvero credete che Sarri non pensi allo scudetto, che non punti a vincerlo già nel prossimo campionato, trincerandosi dietro la logica del fatturato e dei sogni che, solo quelli, appartengono a chi non ha rendite stese al sole? La sua è una scena dal sapore fortemente scaramantico e con venature di autoprotezione per non sbilanciarsi troppo agli occhi dei tifosi e del patron. Ci crede, certo che ci crede, mastro Maurizio, se no per quale recondita ragione avrebbe chiesto la riconferma di Mertens attraverso la sottile pressione del progetto altrimenti morto e sepolto? Sarri, quasi quasi, non vede l’ora che cominci il ritiro a Dimaro, per cominciare come meglio non gli era successo in passato, il ritiro preliminare ad una stagione che vedrà il Napoli partire soltanto un passo indietro rispetto alla Juventus. Nessun altra squadra può vantare, ad oggi, un organico capace nella previsione futura di una crescita ancora maggiore, un altro colpo di acceleratore che può arrivare dal piede giovane e solido dei 14 ragazzi nati negli anni Novanta. Grazie a loro, il coefficiente di sviluppo lo si immagina ancora straordinario, senza dover spendere necessariamente 100 milioni di euro a rinforzo, così come provocatoriamente detto dallo stesso Sarri, domenica sera a Milano. Parole profferite proprio dopo aver annichilito ai confini dell’umiliazione un’Inter che, quella sì, può vantare un fatturato tale da permettersi di vincere lo scudetto un anno sì e l’altro pure. Invece no, la corazzata di Zhang si è arenata al settimo posto della classifica, perché dopo aver attrezzato l’imbarcazione con ogni sofisticato strumento di navigazione, si erano dimenticati di acquistare un banalissimo scandaglio per evitare quella che viene considerata una beffa per ogni marinaio che si rispetti. No, il Napoli non può mai partire con l’etichetta di squadra che “deve” vincere lo scudetto, perché in quel caso sì, il privilegio spetta a chi investe di più sul mercato. Loro, i ricconi, sono condannati a vincere e certamente ci riusciranno, in un modo oppure in un altro, però, due volte su dieci capiterà che qualcun altro sarà stato più bravo, più attento, avrà commesso meno errori ed avrà approfittato di quelli altrui. Altrimenti non si spiega perché il Leicester, neo promossa in Premier League, sia riuscita ad alzare la Coppa di migliore d’Inghilterra: lì il fatturato non vale? Ovviamente sì e quest’anno in Premier i valori sono tornati ad essere quelli consueti. Allora, si dica pure che il Napoli “non può programmare” lo scudetto e contemporaneamente si faccia come chi crede che sia possibile, con il gusto un po’ sadico di beffare chi parte con i favori del pronostico, organizzando una squadra ed un gioco che possano godere della concentrazione necessaria per evitare di inciampare nell’ostacolo delle piccole che ti giocano sempre addosso. Sarri non lo vuole sentire, però sa meglio di tutti che i valori stanno gradualmente modificandosi e, se il campionato cominciasse oggi, i rapporti di forza tra le prime tre della graduatoria, sarebbero leggermente differenti. Senza essere risucchiati nel pericoloso vortice della facile euforia, però è così, riguardando le caratteristiche e la crescita di un organico che il coach tosto-partenopeo ha saputo plasmare con una cura così maniacale da lasciar credere (ai meno attenti) che sia bravo a giocare solo con i soliti undici titolari.
I numeri sono sotto gli occhi di tutti, dai punti conquistati ai gol segnati, alle vittorie in trasferta alle volte consecutive di partecipazione alla coppe europee: tutte medaglie di cui inorgoglirsi e sulle quali convincersi che in breve tempo sarà possibile appuntare sul petto anche lo scudetto. Senza affanni, però, senza prenderla come un obbligo, restando con i piedi per terra e con la testa calata per intero nelle ultime quattro, decisive sfide di questo campionato. Il secondo posto appartiene alla Roma e bisogna continuare a lavorare soffermandosi su questo elemento che sarebbe, chiudendosi così la stagione, per nulla mortificante. Anzi, avrebbe il senso del grande risultato ottenuto all’indomani della dolorosa cessione di Higuain, perché il Napoli si sarebbe arreso solo al cospetto del miglior rendimento di due squadre, la Juventus e la Roma, che hanno 2 e 7 punti in più rispetto allo scorso campionato. Ne mancano altri 12 e il Napoli può prenderseli, sfrecciando al traguardo davanti alla Roma e sfruttare lo slancio per sistemarsi in prima fila anche all’inizio del prossimo campionato”.
Tratto dal CdS