Un muro di forza e di intelligenza. Una guerra di tempi prima che di spazi, vinta ampiamente. Non c’è partita a San Siro ed il Meazza ci mette meno di un attimo ad accorgersi di una superiorità evidente perché alla tecnica subentra il ritmo e la tattica. Alla tecnica nerazzurra si contrappone un’idea. Un’idea di collettivo accarezzata dai più e soltanto resa reale da pochi. Arte reale associata a chi alla scala del calcio ha onorato una platea rimasta estasiata dalla forza e dalla concretezza azzurra. Il tempo che scorre racconta della sapienza tattica di Diawara che fa da diga, vince i duelli e fa scorrere la palla con una semplicità disarmante. Joao Mario e Gagliardini non la vedono cosi come Brozovic che gira a vuoto quando il Napoli la fa scorrere a velocità supersonica. Racconta questo la partita, racconta di un dominio a metà campo che l’Inter spezza per quindici minuti quando Hamsik e Zielinski rifiatano. Entrano cosi Rog ed Allan. Come non detto, avrà pensato Pioli. San Siro tuttavia non ci ha mai creduto davvero perché il Napoli che domina lo fa da un punto di vista mentale prima che di corsa perché il tiki taka azzurro non permette all’Inter la riconquista della palla, condizione necessaria per vincere perché mischie e calci d’angolo non bastano questa sera. Gagliardini corre a vuoto contro Diawara che fa sembrare semplice ciò che non lo è. Joao Mario sbatte contro il muro azzurro e non riesce mai ad attaccare profondità brevi perché solo qualche ripartenza lunga è concessa questa sera ai nerazzurri dominati dal primo al 93 esimo minuto.
a cura di Alessandro Tullio