Dalle pagine della Gazzetta dello Sport ecco la sua risposta su Maradona:
Messi vive da anni nel paragone con Maradona, uno che ha il Che tatuato sulla pelle. Diego è un calciatore rivoluzionario? «Assolutamente no, solo un grande calciatore. E anche lui un brand che vende. Questa commercializzazione funziona anche con mio fratello. Ma perché la gente vuole “comprare” il Che? Dopo l’omicidio del 1967, mio fratello Roberto andò in Bolivia a riconoscerlo e scoprì che il corpo non c’era: gli avevano tagliato le mani, l’avevano sotterrato per non dare un referente ai giovani. Non è andata così perché, in qualche modo, l’icona vende. A noi il compito di riempirla di contenuto, di umanità».