Il lunch match della trentatreesima giornata di campionato rimane indigesto ai Sarri’s boys, che riescono ad acciuffare il 2 a 2 solo nei minuti finali. C’è un po’ di tutto nel pareggio del Mapei Stadium, dalle recriminazioni per la cattiva sorte a quelle per i soliti errori che hanno spianato la strada ai gol dei padroni di casa, fino ai soliti errori arbitrali che hanno negato agli azzurri il sacrosanto rigore da tre punti. Il campo del Sassuolo, sebbene la storia sia piuttosto recente, visti due soli precedenti che risalgono alle ultime due stagioni, si prospetta un ostico tabù per Sarri che il tecnico nativo di Bagnoli non riesce ancora a sfatare. Il Sassuolo si conferma bestia nera, anzi neroverde del Napoli: l’anno scorso, gli azzurri subirono la sconfitta in rimonta all’esordio di campionato mentre quest’anno, dopo l’1 a 1 casalingo, c’è stato il mezzo passo falso di domenica scorsa che rischia di mettere la parola fine alla rincorsa al secondo posto. Partita di recriminazioni, dicevamo, a cominciare da quelle contro la cattiva sorte che si è concretizzata in una traversa ed un palo colpiti nella ripresa. Quando Dries Mertens si stava apprestando a battere la punizione, a molti tifosi azzurri era tornata alla mente la magnifica traiettoria disegnata su punizione ad Empoli. A Sassuolo, purtroppo, la traiettoria è risultata sballata di una manciata di centimetri andando a centrare in pieno la traversa e negando al folletto belga la doppietta personale. Il palo colpito poco dopo, ha fatto presagire il peggio e solo un guizzo di Milik ha evitato una sconfitta che avrebbe saputo di beffa. A tale proposito, una splendida notizia è il ritorno al gol del centravanti polacco dopo l’infortunio di ottobre scorso, una ritrovata freccia in più all’arco di Maurizio Sarri per cercare l’ultimo assalto alla seconda poltrona. Recriminazioni anche contro le solite amnesie difensive che, anche a Sassuolo, ci sono costate punti preziosi. A sbagliare, purtroppo, è stato capitan Hamsik che, suo malgrado, ha servito un involontario assist a Berardi per l’1 a 1. Infine, un rigore non concesso agli azzurri, ha completato il quadro di una partita troppo assurda per poter essere commentata con lucidità. Anche se qualcuno si affanna a ribadire che, alla fine dei giochi, gli errori arbitrali favorevoli e quelli sfavorevoli si equivalgono, è innegabile che, con alcune squadre, nel dubbio si applica il principio della prudenza mentre con altre squadre, nel dubbio…si fischia! Il paradosso è che a lamentarsi per gli ennesimi errori della giacchetta nera di turno si passa da piagnoni. Recriminare non significa piangersi addosso e non ci piegheremo mai al volere di chi vorrebbe che subissimo in silenzio…ma subire in silenzio non è il volere della dittatura? Errori, sfortuna, sviste arbitrali: qualcuno dirà che questo è il calcio. Racimolare un solo punticino dopo aver creato diverse occasioni per vincere l’ennesima partita ha il sapore della beffa ma nel calcio succede. In fondo, è questo sia croce che delizia del gioco del pallone. All’indomani del pareggio in Emilia, Maurizio Sarri ha chiesto ai suoi ragazzi di non mollare, di non arrendersi e di porsi come obiettivo quello di vincere le ultime cinque partite. La piazza napoletana è curiosa di capire se lo sprone del tecnico di Figline abbia sortito gli effetti sperati a cominciare dalla trasferta insidiosissima in casa dell’Inter. Nonostante la cinquina incassata dagli ambrosiani in casa della Fiorentina, la partita del Meazza è dura, poiché la squadra di Pioli vorrà risorgere proprio al cospetto del Napoli. Per vincerla occorrerà essere concentrati, cinici ed evitare ulteriori, deleterie amnesie difensive. Agli azzurri, nuovamente distanti dalla Roma di quattro lunghezze, rimangono due obiettivi: il primo è quello di blindare la terza e ultima poltrona per la Champions, anche se attraverso i preliminari di agosto ed il secondo è quello di rimanere in scia dei giallorossi che, sebbene abbiano stravinto facilmente contro un Pescara già retrocesso, non sembrano vivere un momento esaltante. Lunedì sera Dzeko ha letteralmente mandato Spalletti a quel paese mentre Francesco Totti ha isolato il tecnico di Certaldo dallo spogliatoio. Finchè matematica non ci condanna…Avanti Napoli, Avanti!
Riccardo Muni