Sarri nel Napoli come Wenger e Ferguson

L’editoriale di Auriemma dul Cds:

“Tutto ciò che il Napoli riuscirà ad ottenere oltre il terzo posto, dovrà essere preso come un inatteso risarcimento per le iniziali disavventure. Perché dopo la cessione di Higuain, l’infortunio di Milik, l’esperimento mal riuscito di Gabbiadini punta centrale ed il periodo di adattamento di Mertens in quel ruolo da lui mai ricoperto in passato, sono trascorsi 2 mesi durante i quali la Juventus e la Roma hanno preso il largo. Però il tempo è galantuomo e chissà che nel corso di queste 6 conclusive giornate di campionato, la Roma perda nel trittico Lazio-Milan-Juventus quei 2 minuscoli punti di vantaggio che le permettono di trattenere il secondo posto. Il distacco è minimo, perché è minimo, ma anche perché guardando al recente sfavillio del Napoli, ci si convince che le doppie sfide contro Real Madrid e Juventus, non siano catalogabili come mere “sconfitte”, bensì come momenti di crescita. Crescita che si traduce in termini di gestione complessiva della partita, capacità di lettura dei momenti chiave ed una spensieratezza che da sempre è la virtù dei forti. Quelli dell’Olimpico con la Lazio e nel Sabato Santo vissuto contro l’Udinese, sono stati i segnali dello step che mancava a questo gruppo, forse un po’ troppo gracile mentalmente oppure eccessivamente precipitoso nei momenti decisivi di certe partite ancora un po’ in bilico. Allora diventa condivisibile l’espressione adoperata dal presidente De Laurentiis: «E’ una squadra che gioca in maniera spudorata». E, aggiungerei, non più sciagurata. Anzi, sempre presente e pronta ad approfittare del varco, dell’errore che l’avversario, prima o poi, commette. Tanto lì davanti operano i 4 moschettieri che sanno colpire di fioretto e pure di sciabola. Mertens, Insigne, Hamsik e Callejon, tutti in doppia cifra, come nessun altro nell’Europa del calcio che conta. «E’ una grande stagione e non è ancora finita. Per lo scudetto stiamo arrivando, un passo alla volta», le parole di De Laurentiis lasciano una speranza nel cuore dei tifosi che battono le mani ai record che ogni tanto vengono sventolati sotto al naso dei critici “a tutti i costi”. Applaudono di fronte ad una bellezza ammirata in precedenza poche altre volte in maniera vincente, come il Barcellona di Guardiola ed il Milan di Sacchi, e sognano di ripeterne le gesta. Due esempi di egual pregio, anche se in quelle squadre giocavano campioni già pronti. Il Napoli, invece, se li costruisce in casa ed ormai sono prossimi all’esplosione definitiva.   Nessuno in serie A può annoverare nell’organico 12 calciatori degli anni Novanta e tutti titolari, oppure pronti a diventarlo. La forza del Napoli, che nel prossimo campionato punterà ad essere l’antagonista principale della Juventus per la corsa allo scudetto, sono proprio loro, i Milik e i Diawara, gli Zielinski e i Rog, svezzati in questi 12 mesi di Napoli e prossimi alla definitiva esplosione. «Per lo scudetto un passo alla volta», ha ricordato De Laurentiis ed a lui i tifosi giustamente ribattono che il prossimo passo sarà quello di trattenere i big col contratto prossimo alla scadenza ed allettati dalle offerte dei facoltosi club europei. Forse il solo Ghoulam va considerato in uscita e non per scelta della società che sta muovendo i passi giusti per sostituire l’algerino con un rinforzo di caratura, forse, anche superiore. Il Napoli che verrà deve essere quello che oggi sta seriamente insidiando il secondo posto della Roma. Ancora con Insigne, ed un accordo ormai solo da siglare, e Mertens che ha scatenato gli appetiti pure di Inter e Juventus per la sua adattabilità in più ruoli. Con 27 gol in 40 partite (e 12 assist) per 2.712 minuti giocati ed una media realizzativa di un gol ogni 100 minuti, il belga si colloca dietro a Mbappè e Messi nella specifica graduatoria europea. Tutto merito suo, ma soprattutto del maestro Sarri, abile ad insistere su di lui, anche quando lo stesso Mertens cominciava a rassegnarsi all’idea che no, l’attaccante centrale non poteva farlo in maniera produttiva.  
Il Napoli di oggi può vincere domani e può scrivere una lunga pagina di successi, purché De Laurentiis non dia ascolto a Sarri ed alla storia che “dopo un po’ il pesce puzza”. L’Arsenal con Wenger e il Manchester United con Ferguson sono la dimostrazione pratica che il pesce non sempre deve puzzare dopo un po’, ma può profumare a lungo, se l’acqua in cui nuota viene protetta e purificata di continuo”. 

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