Non lo dice ma questa volta ha alzato la voce a metà partita. Intervallo della gara, Sarri chiama a raccolta la truppa, c’è qualcosa da correggere a livello di ultimo passaggio. E bisogna innanzitutto salire di ritmo. «Ritorniamo in campo e vinciamo a tutti i costi»: ecco il messaggio no limits trasmesso ai suoi giovanotti.
Non è forse andata così?
«Ci siamo parlati, confrontati, qualcosa non aveva funzionato come avremmo voluto nel primo tempo. Era fondamentale avere pazienza, senza smarrirsi. Loro sono una squadra in salute, probabilmente ci è mancato un pizzico di cattiveria nei primi 45′ per chiudere l’azione e per fare gol».
Hanno segnato due dei tre interpreti d’attacco, a secco soltanto Insigne. Ma è su Lorenzinho e su Mertens che si concentra il succo della serata.
«Ho detto e ribadisco ancora una volta che per noi restano fondamentali. Non sono nella condizione di chiedere niente alla società, penso che Dries e Lorenzo sono essenziali se il Napoli vuole continuare il suo ciclo. Ho la fortuna di allenare un gruppo straordinario, per me è agevole coinvolgerli in un’idea di gioco comune. Tutti mi stanno regalando grosse soddisfazioni, li vedo in crescita a livello di mentalità e di personalità».
I due pullman schierati da Delneri vi hanno sorpreso?
«Le squadre che giocano contro di noi non hanno scelta: o si difendono oppure provano ad attaccarci. Il nostro possesso palla ha raggiunto grandi numeri, però bisognava concretizzare meglio. Mi pare di aver visto la mia formazione in pieno controllo della gara dall’inizio alla fine, loro si sono visti dalla parte di Reina soltanto dopo il 2-0».
Forse la tensione, il dover vincere a tutti i costi.
«È chiaro che vai in campo con un’altra testa quando conosci il risultato della rivale e quando sai benissimo di non dover sbagliare. Bisogna restare concentrati sulla propria partita, obiettivamente non è facile».
Il discorso scivola sul secondo posto perché è lì che si concentrano adesso sogni e sacrifici. Obiettivo minimo stagionale ma comunque un traguardo che qualcosa vorrà pur dire.«L’errore, o la tentazione giornalistica, sarebbe quello di dire che adesso ci siamo avvicinati alla Roma perché siamo a due punti. Non è così. Loro ci sono ancora davanti perché finora hanno fatto meglio di noi. Bisogna pensare partita dopo partita e tenere a mente che la media punti si è alzata».
Allan e Strinic armi in più per il finale di stagione?
«Stanno bene entrambi, mi hanno dato sensazioni in allenamento che non mi avevano mai dato prima. Il rendimento di Allan è leggermente superiore a quello dello scorso anno dopo un inizio di campionato nel quale aveva stentato. Stesso discorso per Strinic, ora in quel ruolo è quello che offre le migliori garanzie».
Per la prima volta è stata confermata la formazione della settimana precedente.
«Si tratta di scelte in stretta connessione con la condizione fisica di ognuno. Li vedo frizzanti e reattivi durante gli allenamenti quotidiani. Jorginho ci garantisce grande qualità a livello di palleggio, sta vivendo un momento ottimale».
Seconda partita senza subire reti, finalmente il segnale che si aspettava?
«C’è stata maggiore fisicità in fase difensiva, è vero. Ci ha girato bene sul palo di Duvan, altre volte quel pallone sarebbe finito in rete. Però due gare da imbattuto non bastano a rendermi felice, ce ne vorrebbero almeno dieci. Non so se diventeremo mai una squadra con venti reti al passivo a campionato, il problema è che ne abbiamo beccate troppe influenti. Però io sono contento, per me giocare bene significherà pur qualcosa».
Fon te: Il Mattino