Hamsik ai microfoni del CdS: “Siamo vicinissimi alla Juve. Penso al record, ma senza ossessione. Ho tre rimpianti”

Il Capitano al CdS:

Ma Hamsik ci pensa? «Certo che sì. Però senza farmene un’ossessione. Ci penso il giusto. E so che non c’è altro da fare che segnare per arrivare a centoquindici ed affiancare Maradona».

Gliene mancano tre. «Sembrano pochi, rispetto a quelli che ho segnato, e forse lo sono».

Però possono apparire anche tanti, leggendo le sue statistiche napoletane: in dieci anni, nelle ultime sette giornate, mai segnato complessivamente più di due gol. «Vuol dire che sento il peso della stanchezza della prima fase del campionato. E adesso anche quello della vecchiaia, considerato che viaggio per i trent’anni. Certo, pure voi giornalisti, andate a scovare certi piccoli particolari». 

Vabbè, in compenso la sua fase migliore, quella esplosiva, in genere è nel girone d’andata, i primi quattro mesi. «E allora significa che mi toccherà aspettare la prossima stagione». 

Sarà comunque emozionante«Certo che lo è: se penso che nella Storia del Napoli posso raggiungere il più Grande di sempre e poi magari anche batterlo».

Facciamo un gioco: segna una doppietta – ovviamente in una partita – poi al novantesimo c’è un rigore. Che succede: strappa il pallone ai compagni? «No, semmai aspetto che me lo diano loro. Che mi spingano».

Anche perché dal dischetto… Poteva già essere il re del gol. «Qualcuno l’ho sbagliato, lo so. Non ricordo e non voglio neanche saperlo». 

Non le succederebbe in quel caso... «Penso proprio di no. Anzi, farei il possibile affinché non accada». 

Centododici gol. «Mi sembra una cifra di assoluto rispetto per un centrocampista e per me soprattutto. Non mi chieda se, quando ero ragazzo, avrei mai potuto immaginarlo. E’ un‘idea che non mi è mai passata per la testa». 

L’Hamsik contemporaneo, per quello che si è visto, è il più “bello” del decennio. «Non posso che essere d’accordo. La miglior stagione della mia carriera, ma al di là degli aspetti statistici». 

E’ venuto fuori completamente. «Mi sono piaciuto e penso di dovere tanto a Sarri, a questa squadra in cui riusciamo a giocare in maniera fantastica, ad una società che De Laurentiis tiene stabilmente tra le Grandi. Ed è lì che vogliamo rimanere». 

Il più bel calcio d’Europa: esageriamo? «No. Il più bel calcio d’Europa. Lo dicono innanzitutto gli altri, ma in certe prestazioni è indiscutibile la qualità del nostro calcio». 

La partita dell’anno? «Con il Real Madrid, dovrei dire: ma è durata solo quarantacinque minuti. E stavamo per realizzare un’impresa». 

C’è un filo di rimpianto. «Non in quella serata ma nei punti che abbiamo lasciato in alcune partite: ripenso a quelle al san Paolo con la Lazio, con il Sassuolo e con il Palermo, soltanto a queste tre. Pensi un po’ dove saremmo adesso».

Alle spalle della Juventus… «Contro la quale, appena l’altra settimana, abbiamo dato vita a due sfide entusiasmanti, testimonianza di una nostra crescita indiscutibile». 

Nel girone di ritorno avete fatto gli stessi punti dei bianconeri. «E dunque vuol dire che siamo vicinissimi a loro. Paghiamo il distacco accumulato nella prima parte del campionato, e pure questo vale, ma manca poco: questo hanno detto gli ultimi centottanta minuti in cui ci siamo incrociati». 

La classifica dice Juventus. «Giusto così. Se sono primi, hanno meritato».

Poi dice anche Roma«Sono padroni del loro e del nostro destino, perché cinque punti, per superarli e prenderci il secondo posto, non sono pochi. Ma noi ci crediamo».

Come si fa a capovolgere questa situazione? «Cominciamo a vincerle tutte o almeno sei, poi vediamo se la Roma sarà capace di tenere questo ritmo. Pronostici non ne faccio, ma speranze ne ho. Sarà uno straordinario finale, con i giallorossi chiaramente in vantaggio». 

Ha letto i giornali recentemente? «Sì. Ed ho anche apprezzato una considerazione sul mio conto». 

Frase di Simone Inzaghi: Hamsik è il più forte calciatore della serie A. «Mi ha fatto piacere, perché lo pensa e perché lo ha detto. Arriva da un allenatore che sul campo sta mostrando tutte le sue capacità e che guida una delle formazioni protagoniste del campionato. Ed è stato bello scoprire la sua stima. Grazie di cuore». 

Il calcio sta cambiando… si giocherà durante le vacanze natalizie. «Mi diverte, perché fosse per me giocherei sempre. Le partite non mi stancano, anzi, mi tengono allegro, mi caricano. E sarà una esperienza nuova».

Marek, meno tre.… «Diciamo che non ho fretta. Diciamolo. E che comunque quel giorno, quando mi capiterà di eguagliare Maradona e poi di batterlo, sarò fiero di me. Potrò andare orgoglioso di esserci riuscito».

Sta studiando l’esultanza? «Ma no. Però sospetto che possa essere una gioia diversa dal solito».

Sta preparandosi, però, all’Udinese. «Una gara densa di insidie, visto il momento dei friulani, che ormai giocano in tranquillità ma anche bene. Non bisogna fidarsi, non esistono partite morbide: la qualità del campionato italiano è alta e le sorprese non finiscono mai. Bisogna essere concentrati, abbiamo già dato». 

Con il calendario lei non ci gioca. «Assolutamente no, anche se ho ben chiare le sfide che ci aspettano. Non è possibile stabilire una graduatoria di difficoltà, tra noi e la Roma, perché ogni volta può scapparci l’imprevisto. Chi gioca non fa calcoli, è consapevole di doversi misurare sempre con nuove difficoltà». 

Fonte: CdS

 

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