Niente è impossibile: però, certo, è difficile. E servirà un’impresa o una serie di capolavori, per riuscire a prendersi il trono, per dare un senso ancora più compiuto, e a quel punto sarebbe maestoso, a questa stagione strepitosa. Si scrive Mertens e si pensa ad un principe del gol che insegue lo scettro: ci sono Belotti e Dzeko (a 24), c’è il Pipita (a 21) c’è lui con Icardi (a 20) e appena un po’ più dietro c’è Immobile (a 18). E restano «appena» sette giornate. Si può fare – forse, chissà? – ma bisogna provarci, in questi due mesi in cui si scala senza macchia e senza paura una vetta che sa di Everest: però voltandosi, e guardando agli ultimi 630 minuti del girone d’andata, la voglia matta cresce e la tentazione si dilata. Il Mertens scatenato, quello che nessuno s’aspettava, uscì dal guscio proprio nel finale della fase ascendente della stagione: tre gol al Cagliari, quattro al Torino, uno alla Fiorentina e fu come ritrovarsi sull’otto volante, con prestazioni strabilianti e l’autostima galoppante.
Fonte: CdS