Capitano, anima, simbolo. Marek Hamsik è una figurina che ogni padre metterebbe in mano al proprio figlio come un santino, a prescindere dal tifo: gioca come lui, comportati come lui (appena 4 cartellini gialli rimediati negli ultimi tre anni), segna come lui. Magari, non tagliarti i capelli come lui. «Me lo dicono molti genitori che la mia cresta ha rovinato tanti bambini», scherza lo slovacco. Il capitano azzurro è da anni una stella polare indicata ai giovani che si incamminano nello sport. Ma è una stella polare anche per i tifosi del Napoli: ha detto di no a Milan, Juventus e chiunque si sia fatto vivo dalle sue parti. Ha rinnovato con De Laurentiis senza mai fare questioni sui diritti di immagini o puntando i piedi su clausole rescissorie o altro. È la bandiera che un giorno, lontano, siederà dietro la scrivania magari per recitare un ruolo da manager, diventando dirigente di personalità e presenza, restando la bandiera di sempre. A Pinetamare è il ragazzo della porta accanto. Lo trovi ovunque, davanti alla scuola a prendere i bimbi o sul campetto recuperato per i ragazzi della zona. Marek è la bandiera del Napoli.
Il Mattino