Maurizio Sarri ha un suo popolo, sono i “sarristi”, gli amanti del “sarrismo”, alias la gente che sa amare il calcio. «Sarri, grazie per le emozioni. Ti realizzi attraverso la bellezza» gli disse una volta Arrigo Sacchi. Oggi, il tecnico di Bagnoli che rifugge i social è diventato la star su Facebook di Sarrismo Gioia e rivoluzione, un gruppo con oltre 50.000 aficionados. Su Twitter (@sarrismo): «Sarrismo è la rivoluzione che spazza via la mediocrità della cultura sportiva imperante da queste parti»; «La prossima missione è giocare peggio perché sembra che giocando peggio si facciano più punti». Il gruppo è nato nel dicembre del 2015 quando il Comandante Sarri in Danimarca disse: «Io credo che in 18 persone si possa fare un colpo di Stato e prendere il potere». L’ironia anche nei momenti difficili, soprattutto quando le cose vanno male. «Per la Juve vincere è l’unica cosa che conta – scrive in un post Nicola Villa – Noi vogliamo vincere, ma a modo nostro, senza perdere la faccia. Ed ovviamente, senza toglierci la tuta». Se Sarri rifugge i social, ci pensa poi l’amico e procuratore Alessandro Pellegrini a rilanciare il sarrismo su Twitter: «A noi piace così…prima o poi se ne faranno una ragione #clan #maiservi» cinguetta e la parodia del circo ormai è diventata virale su Internet «Decisivi i giocolieri, buona partita dei trapezisti, prova solida dei domatori: vittoria importante per il Napoli» twitta Sergio Chesi. Il futuro? «Il Comandante continuerà a guidare a lungo la Rivoluzione». Parola del Comitato Centrale.