Pratiche false per 300 brasiliani, ecco come diventavano “calciatori italiani”

Pratiche false per ottenere la cittadinanza italiana, aggirare i vincoli del tesseramento per gli stranieri e giocare nelle squadre di calcio: sia in serie A che nei massimi campionati di Francia e Portogallo. Sono circa 300 i cittadini brasiliani che in questo modo hanno aggirato la legge, facendo risultare lo ius sanguinis che ha permesso loro lo status di «calciatore italiano». Il trucco è stato scoperto dai carabinieri del gruppo di Castello di Cisterna, in provincia di Napoli, che hanno notificato ordinanze cautelari a due persone accusate di corruzione, falsità ideologica e materiale commessa da pubblico ufficiale e favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.

Le indagini sono state coordinate dalla Procura di Nola, guidata da Stefania Castaldi. Gli indagati sono il responsabile dell’ ufficio di Stato civile del Comune di Brusciano, nell’entroterra napoletano, e il titolare di un ufficio per il disbrigo di pratiche amministrative, che agivano dietro compenso di denaro.

Tra i primi nomi di calciatori che avrebbero beneficiato di queste praticheci sono Bruno Henrique Corsini, centrocampista del Palermo; e il giovane talento del Monaco, squadra di Ligue 1 del campionato francese, Gabriel Boschilia, che sarà impegnato in Champions League per i quarti di finale contro il Borussia Dortmund. I carabinieri di Castello di Cisterna, con il capitano Tommaso Angelone, hanno accertato che nel piccolo Comune di Brusciano risultavano aperte più di 400 pratiche per ottenere la cittadinanza italiana grazie allo ius sanguinis: un numero elevatissimo per un piccolo centro. Di qui le verifiche e la scoperta dei brogli.

Corriere della Sera

 

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